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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

La dama delle nuvole

venerdì 31 maggio 2013

Buonsalve! Un racconto dedicato al tempo lunatico di questi giorni forse un po’ troppo distratto e capriccioso. Buona lettura!

La dama delle nuvole
(racconto n.273)

Alia era una dama delle nuvole, colei che aveva il compito di comandare e controllare il clima della zona assegnatale dagli Dei. Devota e ligia al suo lavoro, aveva sempre svolto bene il suo compito e regolato il clima con precisione e cura. Nel suo territorio, infatti, ai piovosi autunni seguivano rigidi inverni  sempre mitigati da tiepide primavere che sfociavano in calde estati mai troppo aride o afose. A livello climatico la sua zona era un vero paradiso cosa che aiutava notevolmente l’esistenza di chi la abitava.
Un giorno però il suo sguardo cadde per caso su una ragazza che raccoglieva dei fiori in un prato. Aveva uno sguardo sereno e luminoso che la colpì fin da subito. Iniziò a osservare dall’alto la sua vita, a guardarla mentre si occupava di fratellini più piccoli e aiutava come poteva i vicini più poveri. Col tempo Alia ne rimase in qualche modo affascinata. La sua vita complicata e spesso difficile l’aveva colpita perché in fondo per una dama delle nuvole come lei le cose erano semplici. Le bastava solo porre attenzione ai movimenti delle nuvole e delle correnti d’aria per far sì che tutto procedesse per il meglio.
E fu quello il suo errore: non prestò la dovuta attenzione. Troppo impegnata a osservare la ragazza, aveva pian piano perso il controllo del clima che divenne sempre più imprevedibile e ostile finché non accadde l’inevitabile: un violento uragano si abbatté su tutta l’area da lei controllata provando danni ingenti a città e coltivazioni. Fece una fatica immane a riprendere il controllo del clima che rimase ancora instabile per diversi giorni. Quando tutto fu passato, Alia si riaffacciò dalle sue nuvole e guardò addolorata il risultato della sua distrazione. Case devastate, strade allagate, centinaia di feriti e… Quando vide il corpo straziato della ragazza non poté fare a meno di piangere. Era colpa sua se era morta. Mentre si svolgevano i funerali, in quella che ormai era tornata a essere una dolce primavera, Alia lasciò che il vento soffiasse sulla sua bara una pioggia di petali di fiori rendendo l’ultimo omaggio a quella splendida ragazza il cui ricordo non le avrebbe mai più permesso di dimenticare l’importanza del suo compito.  


Pubblicato da Unknown alle 13:10  

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Bellissima immagine di una divinità pagana umana e fallibile, che non pecca d'arroganza e sa pure chiedere scusa quando sbaglia. Una divinità alla mano, figlia di quello spirito dionisiaco di "amore del destino" che l'essere umano ha perso a favore delle religioni secolarizzate... molto bello davvero! Speriamo che Alia si ricordi anche di noi...

31 maggio 2013 alle ore 15:11  

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