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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Un pezzo di carne

domenica 12 maggio 2013

Buonsalve! Una storia scritta pensando a tutte quelle ragazze che a ognuno di noi capita di vedere la sera tornando in macchina da una cena o da una serata di baldoria. Che storie si nascondono dietro queste “invisibili”?  Buona lettura!

Un pezzo di carne
(racconto n.254)

Aisha non esisteva. Lei non era una donna, non era una persona. Era solo carne, un pezzo di carne per soddisfare le esigenze di uomini affamati di piacere.
Se erano disposti a pagare, e a pagare bene, lei avrebbe fatto qualsiasi cosa per loro.
Col tempo si era creata una fama, era diventata la più celebre e ricercata della sua zona e questo perché lei era consapevole di ciò che era e faceva di tutto per esserlo al meglio. Aveva rinunciato alla sua dignità anni prima quando, ancora ragazzina, aveva lasciato il suo paese nella speranza di un futuro migliore che però per lei sembrò non arrivare mai. All'inizio fu dura accettare quella vita, ma poi aveva capito che essere un pezzo di carne per lei poteva essere utile. Aveva guadagnato molto col tempo e si era messa da parte abbastanza soldi da potersi permettere una bella casa e una bella macchina.
Non le importava, per quelle poche ore, di essere solo un pezzo di carne se poteva lasciarsi il passato alle spalle. Per troppi anni aveva patito la miseria e la fame, soffrendo come una bestia e venendo trattata come tale.
Non avrebbe mai più vissuto a quel modo, per nessuna ragione al mondo. Nonostante la sua finta sottomissione però, nonostante in quei momenti agli occhi dei suoi clienti fosse solo carne, Aisha sapeva come difendersi.
Lo aveva imparato durante il suo primo anno di "lavoro" quando un uomo si era spinto troppo oltre, iniziando a picchiarla e tirando fuori dalla borsa orribili strumenti di metallo.
 Quando lui aveva cercato di ferirla, nel momento in cui si era sentita davvero minacciata, Aisha aveva afferrato uno dei suoi strumenti e gli aveva tagliato la gola.
Nessuno era riuscito a risalire a lei. Infondo era solo un pezzo di carne.
Da allora decise di tenere lo strumento del suo primo omicidio nella borsa. Per fermare chiunque avesse voglia di spingersi troppo oltre. Per potersi difendere, dimenticando
per pochi momenti di essere un oggetto di piacere e tornando a prendere il pieno controllo.  


Pubblicato da Unknown alle 10:15  

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bellissimo, duro e cattivo come piacciono a me... e tremendamente vero! BRAVAAAAAAAAAAA <3 <3 <3

13 maggio 2013 alle ore 10:12  
Anonimo ha detto...

Anche un pezzo di carne sa farsi valere, soprattutto se lotta per la propria vita... bellissima storia davvero, che ribalta le ipocrite convenzioni moralistiche... BRAVA!!!!!

13 maggio 2013 alle ore 13:48  

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