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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Una grande delusione

sabato 18 maggio 2013

Buonsalve! Questo racconto è ispirato esattamente al mio stato d’animo attuale. Non è un buon periodo, non sto bene e mi capita spesso la sera di piangere ma, rendendomi conto che alla fine ci sono tante persone che mi sono vicine che stanno molto peggio, non posso fare altro che stringere i denti e andare avanti. In fondo non credo di avere molto diritto di lamentarmi.

Una grande delusione
(racconto n.260)

A volte non é facile rimettere assieme i pezzi di una vita finita in pezzi. Un momento ti stai godendo i tuoi sogni, la tua vita é esattamente come tu l'avevi sempre desiderata quando accade qualcosa di inaspettato ed ecco che il momento dopo ti ritrovi in preda a un oceano di rimpianti. Pensi a tutte le illusioni, a ciò che hai perso e a quello che ti hanno portato via e non puoi fare a meno di pensare che, nonostante la consapevolezza che infondo i tuoi problemi non sono niente paragonati a quelli di chi ti sta accanto, non é giusto che le cose siano andate in questo modo. É una cosa alla quale purtroppo non posso fare a meno di pensare ricordando i miei momenti di gloria, i giorni in cui a teatro ricevevo gli applausi di un pubblico caloroso, che mi ammirava e mi acclamava per la mia recitazione. Il periodo in cui tutta la mia vita era incentrata su ciò che amavo di più al mondo. In due anni il direttore della mia compagnia mi aveva assegnato parti importanti in ogni rappresentazione avvenuta nei migliori teatri della città promettendomi mari e monti.
Poi però quel bastardo ha pensato bene di sparire portandosi via la maggior parte dei miei compensi. Fu come aver ricevuto un calcio in pieno viso. Non dimenticherò mai la sensazione di rabbia e amarezza nel momento in cui capii che la persona che credevo mi avrebbe sostenuta era in realtà uno spocchioso, ignorante, figlio di papà che mirava solo a fare i suoi porci comodi col frutto del mio lavoro. Frustrata e abbattuta mi ritrovai a dover ricominciare tutto dal principio. Dovevo cercare una nuova compagnia, trovare qualcuno disposto a darmi fiducia, ma che comunque sapevo mi avrebbe assegnato delle parti misere, facendomi partire dal basso come se fossi una misera dilettante. Non ricordo più quante notte ho passato a piangere, sempre più disperata a ogni fallimento.
Poi un giorno Victor, un caro amico, si presentò entusiasta da me e mi diede un biglietto da visita. Ebbi quasi l’impressione che il mio cuore si fosse fermato all’improvviso. Era il numero di uno degli agenti più importanti di Broadway. – Dove lo hai trovato?
- Diciamo un incontro fortunato. – ammiccò lui. – Chiamalo. Ti aspetta per vedere quello che sai fare.
Per un momento venni presa dal panico. Potevo davvero farcela? Mi avrebbero davvero scelta? Non lo sapevo non ero più sicura di niente tantomeno delle mie capacità. E se non fossi piaciuta? Se quello che avevo ottenuto fino ad allora fosse stato solo merito dei raggiri di quel truffatore?
Ci misi tre giorni a superare le mie paure. Alla fine, quando ormai non avevo più lacrime, presi il telefono e chiamai l’agente. Non importava quanto avessi sofferto né quanto tempo ancora avrei continuato a star male. Potevo piangere fino a farmi sanguinare gli occhi, ma in un modo o nell’altro sarei dovuta andare avanti.



Pubblicato da Unknown alle 10:28  

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