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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Un lavoro come pochi

martedì 28 maggio 2013

Buonsalve! Questo racconto mi è stato ispirato da un post letto ieri sul blog di Licia Troisi. Credo che una cosa del genere sia capitata a molti di quelli che lavorano nel fantasy, sia come autori che come illustratori. Io ad esempio ho avuto davvero un’insegnante che mi ha detto “lascia perdere il fantasy e pensa a cose più concrete”.

Un lavoro come pochi
(racconto n.270)

Julie era una ragazza che molti avrebbero definito strana. Amava vestirsi di colori accesi e indossare accessori particolari e vistosi. Il suo preferito era un orecchino dal quale partivano diverse foglie d'argento a incorniciarle l'orecchio. Ogni volta che camminava per strada con quello addosso, tutti le lanciavano occhiate a volte incuriosite, a volte infastidite come se il suo modo di essere potesse dare in qualche modo fastidio. Julie poi faceva un lavoro molto particolare: realizzava copertine e illustrazioni per romanzi fantasy e horror. Una volta, mentre tornava a casa da un incontro con un editore, incrociò per caso una sua vecchia insegnante del liceo artistico che la salutò squadrandola dalla testa ai piedi. - Ma tu guarda, Julie... Sei sempre stata un tipo molto... particolare... Che cosa fai adesso?
Lei non fece nemmeno caso all'atteggiamento di superiorità con cui la guardava. - Sono una disegnatrice. Realizzo copertine e illustrazioni fantasy per diversi editori.
La donna sembrò perplessa. - Ah... E... Che lavoro fai?
- Realizzo copertine e illustrazioni fantasy per diversi editori. - ripeté lei sogghignando. Si aspettava una cosa del genere dalla sua insegnante.
- Dovresti cercare di puntare a un lavoro più serio. Sei sempre stata brava a scuola e potresti fare davvero molto.
Julie non poté fare a meno di scuotere la testa ridendo. - Sì in effetti potrei fare un lavoro diverso. Potrei trovarmi un impiego ordinario con stipendio fisso e la sicurezza che, se questo paese non finirà ancor più alla deriva, tra una quantità indefinibile di anni di noiosa routine avrò un briciolo di pensione per poter sopravvivere.
La sua ex insegnante sembrò irritarsi a quelle parole. – Beh, bisogna pur crescere prima o poi. Inoltre così verresti presa molto, molto più sul serio, cosa che ti permetterebbe di crearti una carriera decente.
Julie allora le rivolse un sorriso radioso. - Già in effetti molti potrebbero prendermi più sul serio, ma perché dovrei rinunciare a fare un lavoro che mi sta portando grandi soddisfazioni a livello umano e professionale, che mi fa divertire e che, magari, mi aiuta a strappare un'emozione a chi guarda le mie opere?
- Perché il mondo reale non é fatto di questo.
Julie alzò le spalle e spalancò le braccia con rassegnazione. – Beh allora temo di avere un problema.  Credo infatti che il mio mondo sia leggermente diverso. Arrivederci professoressa!
Se ne andò lasciando la donna perplessa, incapace di capire se la ragazza la stesse offendendo o meno. A Julie in realtà non importava molto ciò che diceva o pensava la gente. Aveva imparato col tempo a non prendersi troppo sul serio e a non prendere troppo sul serio la gente che la criticava. In fondo a lei il suo mondo piaceva davvero molto.


Pubblicato da Unknown alle 12:27  

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Tremendamente vera e non solo per chi fa illustrazioni, ma anche per chi scrive o semplicemente vuole vivere della propria arte.
Purtroppo a me capita di continuo... :D quindi posso solo dire che questo è l'ennesimo frammento di denuncia di una squallida e perfetta ipocrisia...

28 maggio 2013 alle ore 14:51  

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