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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Il male dell'ignoranza

sabato 25 maggio 2013

Buonsalve! Questo racconto è un po’ uno sfogo personale contro le intolleranze e l’ignoranza della gente. Preciso che non voglio accusare o condannare nessun tipo di religione, ma solo quelle persone piene di pregiudizi che sparano critiche e commenti di merda su cose di cui non sanno assolutamente nulla. Personalmente considero queste persone delle vittime, vittime di una mentalità ristretta e di un’ignoranza che non fa altro che rendere il loro animo davvero piccolo e la loro vita tremendamente misera.

Il male dell'ignoranza
(racconto n.267)

Al mondo c’è gente davvero disgustosa che riesce sempre a mettermi addosso una grande tristezza. Sono quelle persone ottuse e sgradevoli che non vedono al di là del proprio naso e che sono talmente inutili e idiote che dovrebbero essere abbandonate nella prima discarica nelle vicinanze. Sono quelli che non riescono ad accettare le persone e le giudicano in base alla propria ignoranza. Io lo so bene. Sono quella che si può definire una vittima della mentalità chiusa della gente. L’“incidente” è accaduto circa due anni fa. Avevo aperto un negozio di occultismo a Torino con la speranza di poter non solo vendere, ma anche di far capire alle persone più diffidenti quella che è la mia cultura e la mia fede. Spesso nel negozio entravano dei ragazzini idioti che pensavano di poter giocare a fare sedute spiritiche con tavole Ouija e amuleti vari, ma ogni volta che capivo cosa volevano fare perdevo le staffe e finivo col cacciarli via in malo modo. È facile ridere e giocare con certe cose peccato però che spesso si tenda a dimenticare che ogni azione ha delle conseguenze, soprattutto quando si gioca con ciò che è “OCCULTO” , ciò che non si conosce. Per certe cose ci vuole consapevolezza e soprattutto rispetto e quei ragazzini non ne avevano per niente. Un giorno però cacciai dal negozio il ragazzo sbagliato. Aveva vent’anni ed era uno di quei figli di papà spocchiosi e arroganti che pensano di poter fare sempre quello che vogliono. Quando lo mandai via lui se ne andò rovesciando a terra diversi amuleti e promettendo che me l’avrebbe fatta pagare. Il giorno dopo la madre si presentò accompagnata dai Carabinieri, accusandomi di aver cercato di corrompere il figlio a pratiche perverse. Diceva che avevo tentato di sedurlo e che ero un pericolo, una strega che doveva essere quantomeno allontanata. Mi liberai dei Carabinieri mostrando loro i filmati delle telecamere di sorveglianza del negozio, ma la donna sembrò non voler accettare il fatto che il figlio fosse un teppista. Da allora infatti i vicini iniziarono a maltrattarmi e a isolarmi, persone che non conoscevo passavano davanti al negozio e sputavano sulla vetrina, mi ritrovai perfino la scritta “BRUCIA STREGA”  scritta con vernice spray rossa sulla serranda.  Io però ero decisa a resistere. Non me ne sarei andata, non avrei rinunciato a quello in cui credevo.
Una sera però, mentre stavo per chiudere, due ragazzi si avvicinarono. – Ciao strega! – disse uno di loro. – Che ci fai vestita? Quelle come te non se ne vanno in giro a ballare nude e a scopare chiunque  nelle notti di luna piena?
- No quelle erano le vostri madri, stronzi. – ribattei cercando di non farmi vedere intimorita.
All’improvviso fu come se fossi piombata in un incubo. Quei mostri mi si avventarono addosso iniziando a colpirmi violentemente. Mi strapparono i vestiti di dosso e mi buttarono a terra, prendendomi a calci, ridendo e sputandomi addosso. Ricordo solo che all’improvviso uno dei due si avvicinò portandosi una mano alla cintura. Poi quando fui sopra di me, provai un dolore acuto alla tempia poi il nulla.
Quando mi risvegliai ero in un letto di ospedale con flebo e respiratori attaccati. All’inizio era come se la mia mente fosse annebbiata, persa in un vuoto dal quale non riuscivo a emergere.  Pian piano ripresi coscienza di me, ma mi sentivo distrutta, incapace di reagire a quello che era successo. In quel momento ebbi la terribile certezza che non ce l’avrei fatta. Ormai mi ero arresa. Poi però accadde qualcosa che non mi aspettavo. Quando finalmente potei ricevere visite, tutti le persone entrate anche solo una volta nel mio negozio si presentarono alla mia porta con mazzi di fiori e biglietti di auguri
Sentii le lacrime agli occhi nel vedere con quanto affetto mi davano il loro sostegno in quel momento difficile. Nelle loro parole e nei loro sguardi trovai la forza e il coraggio per riprendermi. Alcuni di loro erano persone  che forse non avevano la mia stessa visione del mondo, ma che in qualche modo avevano capito e accettato il mio modo di essere e questo mi diede davvero tanta speranza.
Potevo farcela. Potevo andare avanti.
Quando poi riuscii a tornare in negozio scoprii che le cose erano cambiate. Non c’era più diffidenza né astio nei miei confronti. Si era venuto infatti a sapere che i due che mi avevano aggredita erano compagni del ragazzo che avevo scacciato e che erano stati istigati ad aggredirmi dalla madre di lui che ovviamente venne arrestata con loro. Provai una piacevole sensazione di soddisfazione quando me lo dissero. Non perché la donna era stata punita, ma perché in fondo ero sempre stata convinta non aveva molta importanza il credo o la visione del mondo di una persona perché  tutto ciò che uno fa agli altri, nel bene o nel male, prima o poi tornerà indietro amplificato di sette volte.
Da parte mia, continuerò ad andare avanti, resistendo al dolore del ricordo di quella sera, nel rispetto di tutti quelli che incontrerò sulla mia strada. Perché una volta uno spirito molto luminoso ha detto “ Ama il prossimo tuo come te stesso”  e  il rispetto è sicuramente una delle più grandi forme d’amore che possano esistere.



Pubblicato da Unknown alle 11:31  

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Bellissima e vera! BRAVAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3

25 maggio 2013 alle ore 15:08  

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