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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Non vi piace la cosa? Beh, allora potete anche non leggere questo blog

domenica 5 maggio 2013

Buonsalve! Vi avverto fin da subito che questo racconto ha un linguaggio un po’ colorito quindi se siete troppo sensibili… beh forse è il caso di chiudere la pagina ;)

Non vi piace la cosa?
 Beh, allora potete anche non leggere questo blog
(racconto n.247)

Ok, basta con le cazzate. Se volete sapere di me e farvi allegramente i cazzi miei dovete partire da un presupposto: io non sono un fottuto eroe da cinema.  Probabilmente sono il più grande pezzo di merda che abbiate mai incontrato. Non vi piace la cosa? Beh, allora potete anche non leggere questo blog e andarvene allegramente affanculo.
Se siete ancora qui allora forse vi interessa sapere chi sono. Mi chiamo Jack e per professione picchio la gente. No, non sono un pugile né uno di quei wrestler rammolliti che sanno solo fare a botte per gioco. Io mi occupo di sistemare tutte quelle persone con cui il mio datore di lavoro ha delle faccende in sospeso. Ho iniziato questa mia attività quando avevo trent’anni. Non sono mai stato un tipo tranquillo e il mio fisico massiccio e imponente di certo non mi era di aiuto a calmare la mia aggressività. Una sera me ne stavo per i cazzi miei, vagando in cerca di qualche ragazzina dal pompino facile, quando un uomo mi si avvinghiò di colpo alla maglietta. – Ti prego aiutami! Degli uomini mi stanno seguendo… vogliono ammazzarmi!
Lo guardai come se un piccione mi avesse appena cagato sulle scarpe. – Credi davvero che possa importarmi qualcosa?
Lo allontanai, ma quello tornò ad appiccicarsi come una cazzo di cozza sul culo di uno scoglio. – Aiutami ti prego!
In quel momento due scimmioni raggiunsero il vicolo in cui mi trovavano. In quel momento il disperato si aggrappò a me così forte da strapparmi la maglietta. Non ci vidi più dalla rabbia. – Avresti fatto meglio a levarti dalle palle razza di coglione!
Lo colpii così forte da farlo finire e a terra e iniziai a prenderlo a calci finché non lo vidi sputare sangue. Quando cercò di rialzarsi lo afferrai per i capelli e iniziai a raschiargli la faccia sull’asfalto lasciando una lunga chiazza di sangue. Quando ebbi finito, il vigliacco era a terra, sfregiato e agonizzante.
-  Mi piace il tuo modo di fare. -  disse uno dei due scimmioni per poi avvicinarsi porgendomi la mano. – Che ne diresti se ti presentassimo al nostro capo.
In tutta risposta io presentai il mio pugno al suo naso. – Direi che mi dovete una maglietta nuova… e che ne possiamo parlare.
Da quel giorno rimettere in riga le persone divenne il mio lavoro. Scommetto che molti di voi si stanno chiedendo che tipo di infanzia io abbi avuto, cosa mi ha sconvolto e turbato a tal punto da farmi diventare così violento e aggressivo. La risposta è: niente. La vita per me è stata come per tutti gli altri ovvero pieno di lunghi periodi di merda e di brevi momenti di felicità.  A volte scopri di essere abbastanza consapevole da diventare abbastanza stronzo per sopravvivere altre riesci a mantenere la tua ingenua fiducia e, per carità, sopravvivi anche così, ma di certo di calci in culo ne prendi molti di più.
E io dei calci in culo mi ero proprio rotto i coglioni.


Pubblicato da Unknown alle 10:54  

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