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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Nei secoli dei secoli

domenica 19 maggio 2013

Buonsalve! Con questo racconto sono voluta tornare un po’ ai racconti dai toni cupi e un po’ macabri… insomma al mio solito stile che spero vi piaccia. ^,.,^

Nei secoli dei secoli
(racconto n.261)

“Sta arrivando.”
“Ne sei sicura?”
“ Sì… e ne porterà un altro. Un altro di noi. Un altro cadavere.”
“Dobbiamo impedirlo. Dobbiamo impedirgli di portarne altri. Perché nessuno di loro troverà mai pace nell’agonia di questo limbo di morte violenta.”
“Sta tranquillo non permetterò che accada di nuovo ciò che successe a me. Questa sarà l’ultima vittima di quel mostro.”
Un cigolio riportò il silenzio nel vecchio cimitero. Il cancello di ferrò si aprì lentamente e un’ombra ammantata di nero  scivolò all’interno portando con sé quello che sembrava essere un sacco grosso e pesante. La figura si guardò attorno poi raggiunse un punto isolato e, con una pala presa chissà dove, iniziò a scavare.
Impegnata com’era nel suo lavoro, l’ombra non si accorse degli strani sussulti della terra che pian piano iniziò ad aprirsi, rigurgitando i cadaveri che si agitavano inquieti sotto di essa.
Finì di scavare la sua fossa senza accorgersi di nulla. Si tolse il cappuccio rivelando il volto di un uomo dall’aria distinta che doveva aver da poco superato i quarant’anni. L’uomo si chinò sul sacco e lo aprì ammirando i resti di una ragazza, una delle tante studentesse che avevano alleviato le sue pene, con cui aveva trovato la pace e il piacere nella carne e nel sangue.
L’avrebbe fatta franca anche quella volta, ne era certo. Avrebbe continuato a uccidere e a uccidere fino al giorno in cui si sarebbe sentito soddisfatto. Un giorno che probabilmente non sarebbe mai arrivato.
Era così assorto nella sua estasi che si accorse degli orrori alle sue spalle solo quando uno di essi lo afferrò per un braccio. Quando si voltò e scorse nel buio il volto putrefatto della sua ultima vittima urlò con quanto fiato aveva in gola.
Il suo urlo però si spense quando il cadavere gli strappò la lingua dalla bocca, inondandola di sangue.
In un attimo i morti del cimitero si avventarono su di lui, strappando e mordendo, lacerando la carne e spezzando le ossa fino a ridurre il suo corpo a un ammasso di carne sanguinolenta. Lui però non morì. La sua anima rimase intrappolata così come era stato per quella delle sue vittime.
“ Il tuo tormento sarà eterno. La tua sofferenza indicibile. Ogni notte strazieremo il tuo corpo più e più volte finché non avrai riparato al dolore causato a me, alle altre tue vittime e a tutti i nostri cari. E il tuo tormento durerà fino al giorno in cui tutti noi risorgeremo a nuova vita. 
Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.”




Pubblicato da Unknown alle 10:15  

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