BUonsalve!
Questo racconto mi è venuto in mente ieri sera durante lo splendido evento “lo
specchio nello specchio” organizzato da “Palco Oscenico” al quale ha
partecipato con una mostra fotografica anche la mitica Daze. Buona lettura e buona pasqua a tutti!!!
Vita da bambola
(racconto n.212)
Blythe era
una bambola bellissima, alta come una bambina di circa quattro anni. Aveva
lunghi capelli in argento raccolti in un’acconciatura elaborata, occhi di un
azzurro intenso e un abito vittoriano che le dava un aspetto aristocratico. Era
stata portata in una vecchia soffitta dopo che la bambina che l’aveva adottata
era diventata una giovane donna.
Per mesi
Blythe aveva osservato il mondo da lontano, dalla finestra di quella soffitta dalla
quale vedeva solo un angolo di strada. Da esso a volte le capitava di scorgere
dei bambini giocare e coppie di innamorati che passeggiavano mano nella mano.
Blythe a volte
si chiedeva che tipo di esistenza potessero fare quelle persone. Aveva passato
tutta la sua esistenza prima nella camera della sua padroncina poi in quella
soffitta polverosa quindi tutta la sua realtà si limitava a quelle pareti e
agli oggetti, sempre uguali, che la
circondavano.
A volte però
provava una strana sensazione di ansia. Sentiva un disagio, misto a curiosità
che le faceva desiderare che quelle pareti
attorno a lei non esistessero, che qualcosa le permettesse di uscire da
quella finestra e capire cosa volesse dire davvero vivere.
Un giorno
quel desiderio divenne così intenso da cambiare qualcosa dentro di lei. Il suo
corpo venne pervaso da un’energia nuova che permeava ogni fibra del suo essere.
Quell’energia si trasformò in una scarica elettrica che fece pian piano
sgretolare la sua pelle. La senti prima spaccarsi poi cadere a terra lasciando
il posto a qualcosa di nuovo: pelle vera.
All’inizio
fu strano e doloroso. Cominciò col muovere prima le dita indolenzite poi le
mani e le braccia. Le sue nuove ossa scricchiolarono strappandole un gemito di
dolore. Si alzò, barcollando sulle gambe instabili per poi cadere dal suo scaffale.
Le ci volle
un po’ per riuscire a trovare un certo equilibrio, ma alla fine riuscì a
mettersi in piedi. Uscì dalla casa confusa e spaventata da tutte le cose nuove
che vedeva attorno a sé, ma emozionata nel sentirsi per la prima volta davvero
viva.
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