Buonsalve! Questo racconto è nato sul mio divano, mentre guardavo
una cagata di film dal nome REC3 -,.,-
La mia mente aveva bisogno di vagare….
Perdita e rinuncia
Vivere nascosti era difficile. Fuggire ogni giorno dalla
punizione per un crimine non commesso,
un crimine che mi ha portato via la cosa per me più preziosa era terribile.
Un giorno, tornando dal lavoro, ho trovato mia moglie massacrata nel mio letto.
Il coltello con cui l'avevano sventrata era ancora piantato nel suo petto nudo.
Estrassi la lama con un grido e rimasi immobile per un tempo
indefinito finché,
all'improvviso, non sentii le sirene della polizia e il rumore di qualcuno che
picchiava con violenza sulla porta. Quei rumori mi scossero dal dolore che
venne sostituito dalla rabbia. Non potevo farmi arrestare. Chiunque avesse
ammazzato mia moglie doveva pagare. Non aveva idea della forza che aveva
sfidato.
La porta venne sfondata e io mi dissolsi nelle ombre mutandomi
in una sottile nebbiolina. La mia fuga iniziò così. Per il mondo umano ero diventato un
assassino. La vita per la quale avevo rinunciato a ciò che ero aveva avuto
fine.
Per me però
non aveva importanza, non se fossi riuscito a trovare l'assassino della mia
Miriel. Solo dopo un anno di latitanza riuscii a trovare un indizio importante,
a mettere le mani sulle telecamere di sorveglianza della banca proprio di
fronte al palazzo in cui vivevo. Nel video c'era una persona che conoscevo fin
troppo bene. A un occhio ignaro poteva sembrare solo una donna di mezza età che entrava nel palazzo
con una busta della spesa, ma io sapevo come stavano le cose.
Le apparsi in casa il giorno stesso in cui capii che era stata
lei.
- Vi aspettavo mio signore. - mi disse con gli occhi
raggianti.
- Perché
lo hai fatto? - chiesi impassibile.
- Perché
l'amore vi aveva imprigionato impedendovi di ritrovare la gloria di un tempo.
Io sono sempre stata una vostra seguace, sopravvissuta nei secoli solo per
vostra generosità
e non potevo permettere che voi...
In preda all'ira, l'afferrai per la gola e la sbattei contro
il muro. - Tu pagherai per quello che hai fatto!
La donna gemette iniziando
a piangere. - Ma... Ares mio signore...
La sua testa fu a terra ancor prima che finisse di parlare,
strappata dal corpo come fosse quella di una bambola. Me ne andai colmo di disprezzo per quella
folle e dolore per me stesso. Avevo rinunciato al mio posto tra gli Dei per la
donna che amavo e adesso l'avevo persa ed ero diventato un fuggitivo tra gli
umani.
Non importava. Andava bene così. Perché in quei pochi anni in
cui l'ho avuto ho sentito dentro di me di essere davvero umano.
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