Buonsalve!
Questo racconto è nato pensando a tutti quegli uomini che vedono le donne come
una proprietà, un’ossessione dal quale purtroppo a volte si liberano solo in
maniera estrema.
Ossessione
(racconto n.189)
Come
sono arrivato a questo? Lei era tutto per me, era il motivo per cui ogni giorno
riuscivo a trovare la forza di alzarmi e trascinarmi in questo schifo di mondo.
La
prima volta che l’ho vista era una pessima mattinata di Ottobre. Ero stato
appena licenziato e non avevo alcuna prospettiva per il futuro, ma quando la
vidi, quando mi servì con un sorriso la mia bevanda, tutto il mio mondo cambiò
per sempre. Era davvero la creatura più bella che io avessi mai visto. Nel suo
sguardo c’era qualcosa di affascinante e sensuale che mi fece provare un
brivido. Da allora andai in quel bar tutti i giorni, sperando di godere ancora
di un suo sorriso e di una sua gentilezza. Pian piano divenne una sorta di
dolce ossessione per me.
I
miei momenti con lei erano gli unici in grado di alleviare la mia triste
esistenza. Col tempo iniziai anche ad accorgermi di molti piccoli dettagli che
la caratterizzavano: del fatto che fosse mancina e che spesso si mangiava le
unghie, del modo in cui si metteva i capelli dietro le orecchie… Cominciai a
desiderare di sapere di più su di lei, di capire com’era la sua vita al di
fuori del lavoro, per questo un giorno attesi fuori dal locale la fine del suo
turno.
La
pedinai cercando di non farmi vedere. Volevo farle una sorpresa, suonare alla
sua porta quando meno se l’aspettava e vedere il suo volto illuminarsi nel
rendersi conto che ero io e che ero lì per lei. Arrivò a casa in mezz’ora, una
bifamiliare davvero molto semplice e graziosa. Le si addiceva davvero.
La
osservai dalla finestra, ammaliato e fu allora che vidi l’uomo con cui lei mi
tradiva, un essere disgustoso e viscido che la baciava come se fosse una sua
proprietà.
Sentii
la rabbia montare dentro di me. Mi aveva ingannato. Lei mi aveva fatto credere
di essere mia quando invece si beffava di me vivendo con quel damerino. Tornai
da lei il giorno dopo stringendo in pugno il coltello che tenevo sempre sotto
il cuscino. Con quello mi sentivo forte, avrei avuto il coraggio di chiederle
di scegliere.
Ma
lei non scelse, si mise semplicemente a urlare, guardandomi terrorizzata. Fu
allora che scattò, che la mia mente si spense lasciandomi solo immagini
distorte.
Poi,
quando tutto riprese a muoversi, c’ero solo io e il cadavere sventrato della
donna che mi aveva tradito e sedotto.
1 commenti:
Tremendo e agghiacciante, terribilmente e desolatamente vero, come tutte le tragedie di umana follia... :D
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