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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Di nuovo insieme

lunedì 18 marzo 2013

Buonsalve, amici… oggi ho sonno… tanto sonno… troppo sonno… sonno… -,.,-

Di nuovo insieme
(racconto n.199)

Jasper viveva imprigionato nel passato ormai da mesi.  Prima dell’incidente aveva una vita felice. Sua moglie Jillian era una donna bellissima e affascinante che amava moltissimo e che aveva dato alla luce pochi mesi prima un bambino meraviglioso.
La sua vita era perfetta grazie alla loro sola esistenza. Erano la sua felicità, la sua sola ragione di vita.
Poi però un ubriaco al volante di un camion glieli aveva portati via. Andò loro addosso mentre stavano tornando a casa dal supermercato. La macchina venne distrutta completamente. I medici mi dissero che morirono sul colpo.
Da quel giorno il dolore per la perdita gli impedì di andare avanti. Passò giorni e giorni chiuso in casa, senza dormire e mangiando a malapena. Perché andare avanti dopo aver perso la cosa più bella della sua vita? Che senso aveva ormai?
A nulla valsero gli sforzi di amici e vicini per farlo riemergere da quello stato di torpore. Si era lasciato andare. Ormai non aspettava altro che la morte, troppo vigliacco per riuscire a infliggersela con le sue mani.
Una notte però una voce lo scosse.
Era la voce di Jillian. L’avrebbe riconosciuta ovunque. Si alzò dal divano e si trascinò fino alla camera del loro bambino nella quale non era più entrato dal giorno dell’incidente. Sgranò gli occhi quando vide sua moglie in piedi davanti alla culla. Tra le braccia aveva il loro bambino che sembrava dormire sereno.
Jasper vieni con noi. Vieni da noi, amore mio.
Lui deglutì e fece un passo in avanti.
Ti stiamo aspettando.
Avanzò ancora e strinse forte la figura esile di Jillian e quella del piccolo. – Mi mancate così tanto…
Puoi raggiungerci amore. Basta solo volerlo.
E lui lo desiderò. Pregò di raggiungerli con tutte le sue forze.  All’improvviso sentì due fitte di dolore poi le forze cominciarono a venirgli meno.
Lo trovarono poche ore dopo esanime, con i polsi tagliati. L’unica cosa di cui nessuno seppe capacitarsi è che non trovarono nessuna lama accanto al cadavere.


Pubblicato da Unknown alle 16:45  

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Quando solo la morte può mettere fine a un dolore senza fine... bravissima davvero ^____________^

18 marzo 2013 alle ore 18:07  

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