Buonsalve!
Ho scritto questo racconto perché a volte si tende troppo a guardare il lato
negativo di una situazione e ci si dimentica di ciò che di quella situazione
può renderci felici e farci sentire adatti a noi stessi. Buona lettura!
Chi sono
(racconto n.209)
A volte mi
sono chiesta cosa volesse dire essere persone normali, vivere senza troppi
pensieri, omologata al resto del mondo e senza quella che molti definirebbero
la mia “maledizione”. Mi chiamo Triscia e sono una donna
gatto, una creatura che vive sospesa tra questa realtà e quella nascosta agli
occhi del mondo. Quando una creatura sovrannaturale ha bisogno di aiuto è a me
che si rivolge. Spesso mi sono trovata in pericolo rischiando la vita più volte
per salvare le creature più indifese dalle presenze oscure e maledette che
infestano la terra. Proprio per questo mio segreto poi ho dovuto rinunciare ad
avere legami. Mi sono sempre concessa storie occasionali per le quali spesso ho
sofferto, soprattutto quando mi trovavo costretta a chiudere una relazione
senza poterne spiegare il vero motivo.
L’unico
legame concessomi è quello con Jipster, uno spiritello che vive nella mia casa
fin da quando era ancora in vita la mia bisnonna. Non proprio il massimo della
compagnia visto che è un saccente e arrogante so tutto io con il senso
dell’umorismo di un bradipo strafatto di valeriana.
Una vita di
merda, direte voi. No, per niente. Perché per quanto a volte io mi chieda cosa
voglia dire essere normale, quei pensieri svaniscono in pochissimi istanti.
Perché
essere una donna gatto non vuol dire solo essere un collegamento tra due mondi.
I miei sensi sono molto più sviluppati
del normale e il mio corpo è agile come quello
di un felino. Spesso, di notte, mi aggiro per i tetti della città osservandone
la vita e il fermento. Vedo spiriti, mutaforma, fatati e vampiri, creature che
nessun altro essere umano è in grado di riconoscere.
Quella
conoscenza, quella consapevolezza della realtà riesce a rendermi davvero
felice. Perché quel mondo fa parte del mio essere, sento l’essenza di ognuna di quelle creature
dentro di me come se mi appartenesse. Ciò che definisce ciò che sono non è il
mio compito o i doveri ad esso legati, ma il mio legame con quella realtà
nascosta e mai e poi mai potrei mai rinunciare ad esso.
1 commenti:
Semplicemente meraviglioso... coglie in pieno molti aspetti della vita degli "emarginati", ma alla fine i veri emarginati sono proprio i "normali"... bellissima figura di donna gatto.... BRAVA COME SEMPRE!!!!
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