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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Un brutto sogno

lunedì 1 aprile 2013


Buonsalve! Questo racconto è nato pensando a come a volte una situazione piacevole può trasformarsi in un vero… incubo.

Un brutto sogno
(racconto n.213)


Nicole aveva vissuto tutta la sua esistenza in quel piccolo villaggio dove ognuno si occupava di tutto quello che avevano bisogno per la sussistenza di tutti.  C’era chi provvedeva all’allevamento del bestiame e alla produzione di carne e formaggi, chi si occupava delle coltivazioni e poi c’era il falegname, l’elettricista e il fornaio… la loro era una comunità piccola, ma autonoma e molto unita.  Ogni volta che nascevano delle difficoltà si sostenevano a vicenda ed erano pronti a tutto per difendersi gli uni con gli altri. Un giorno però nel loro villaggio arrivò Gregor. Era un uomo affascinante, uno straniero che attirò subito la sua attenzione con la sua aria da cittadino vissuto, consapevole e amante della bella vita. Era finito per caso nel loro villaggio ed era stato costretto a fermarsi a causa di un guasto alla macchina. Per far arrivare i pezzi di ricambio e aggiustare il veicolo ci sarebbero volute almeno tre settimane il che voleva dire che in quel periodo di tempo avrebbe dovuto guadagnarsi vitto e alloggio lavorando per qualcuno del villaggio. Il caso volle che fu proprio su padre ad assumerlo nella loro fattoria. Nicole si ritrovò a letto con lui sette giorni dopo. Iniziarono la loro storia di nascosto, facendo di tutto per non farsi scoprire. Sapeva che suo padre non l’avrebbe presa bene, che avrebbe anche potuto fare una pazzia. E la fece. Nicole non sapeva spiegarsi come lo avesse scoperto, ma all’improvviso piombò nel fienile in cui lui e Gregor si erano nascosti  brandendo un fucile. Sparò un colpo a bruciapelo che freddò Gregor all’istante poi iniziò a picchiarla col calcio del fucile. Per lunghi momenti non sentì che dolore e paura. Sperò con tutta se stessa che finisse al più presto. Poi ci fu solo lo sparo.

Natalie scattò a sedere, urlando dallo spavento. Si guardò attorno, tremante. Era nel suo letto, al sicuro nel suo appartamento a New York. Era stato solo un brutto incubo. Lei non era una contadina, ma una giovane e promettente avvocatessa.  Scosse la testa dandosi della stupida per essersi spaventata tanto per uno stupido incubo.


Pubblicato da Unknown alle 11:51  

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