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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

La casa

martedì 16 aprile 2013

Buonsalve! Questo racconto é stato ispirato da una piccola casa che vedo sempre quando rientro a piedi dal lavoro. Buona lettura ^,.,^

La casa
(racconto n.228)

In una strada non molto trafficata di Torino c’era una piccola casa incastonata tra due alti palazzi. Era molto piccola, un’abitazione di due piani piuttosto vecchia alla quale nessuno badava più di tanto.
Michele però ne era sempre rimasto affascinato.
Ogni volta che passava per quella strada gli lanciava occhiate incuriosite, chiedendosi chi ci abitasse e quali storie fossero nate al suo interno. Le finestre però erano sempre chiuse e non aveva mai visto entrare o uscire nessuno. Per questo un giorno decise di provare ad avvicinarsi.
Si piazzò davanti alla porta, senza saper bene cosa fare, domandandosi perché se ne stesse lì a fissarla imbambolato invece di bussare o andarsene. All’improvviso però la porta si aprì emettendo un cupo cigolio.
All’inizio Michele rimase impietrito. Si guardò attorno, chiedendosi se sarebbe dovuto entrare o meno.  Dopo l’esitazione iniziale però si fece avanti ed entrò nella casa.
Sembrava una normalissima abitazione all'interno, ma a Michele trasmetteva una strana sensazione di ansia. Faceva freddo, un freddo che gli entrava nelle ossa e gli annebbiava le mente.
Si avviò verso le scale, ma una voce lo bloccò. “Michele… sei tu Michele?”
Si girò e vide sua madre che lo fissava col volto pallido e scavato dalla malattia. 
- Mamma… sei… sei tu? 
“Perché mi hai lasciato morire? Perché mi hai fatto questo?
Michele scosse la testa sentendo il respiro mozzarglisi in gola. Non poteva essere vero. Sua madre era morta da diversi anni. 
La donna si avvicinò e tese le mani adunche verso di lui. Quando lo toccò sul viso, Michele urlò nel sentire il proprio volto bruciare e fondersi come corrosa da un potente acido.  Prima sentì la pelle sciogliersi poi la carne e i muscoli. 
Urlò e urlò, straziato da quel dolore atroce mentre nella sua mente continuava vedere e sentire il proprio corpo deteriorarsi.
Attorno a lui, la casa sembrava vibrare di soddisfazione mentre si nutriva della sua paura e della sua sofferenza, mentre, attraverso quelle orribili illusioni, scavava nel profondo del suo essere per nutrirsi della sua anima.

Pubblicato da Unknown alle 11:00  

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