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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Nel sangue e nel dolore

lunedì 15 aprile 2013

Buonsalve! Ho scritto questo racconto pensando a come la mente possa distorcere la percezione delle cose, come possa distorcere la percezione delle cose.  Buona lettura!

Nel sangue e nel dolore
(racconto n.227)

La lama di un pugnale è come una cara amica: ti fa sentire forte e ti aiuta nei momenti più difficili, quelli in cui solo una soluzione drastica può davvero risolvere le cose.
Io adoro i coltelli. Mi hanno aiutato molto nel compiere il mio dovere.
Molti direbbero che sono pazzo, che dovrei essere rinchiuso in una cella e lasciato lì a marcir. In realtà sono solo un uomo che sa guardarsi bene attorno.  Vedo la crudeltà nella gente, vedo il lato più oscuro e perverso dell’animo umano e i pugnali sono le armi che uso per estirparlo.
È iniziato tutto una notte di tre anni fa. Allora ero un patetico fallito, incapace di fare qualsiasi cosa che non fosse starmene seduto per ore in un pub a bere. Non a ubriacarmi, intendiamoci, ero così incompetente che non riuscivo a fare nemmeno quello.
Stavo tornando a casa a piedi quando delle grida attirarono la mia attenzione. Un uomo stava picchiando un ragazzo più giovane con sul volto il sorriso di chi se la stava godendo un mondo.  All’inizio provai solo una gelida indifferenza. Quella situazione non mi riguardava quindi non dovevo intromettermi.
Poi però sopraggiunse il disgusto. Quell’essere e la soddisfazione che gli traspariva dal volto erano rivoltanti. In un attimo mi ritrovai con una spranga in mano. Lo colpii alla testa più e più volte spargendo nel terreno la sua materia cerebrale. Me ne andai prima ancora che il ragazzo potesse mettere bene a fuoco il mio viso. Dopo quel giorno capii che c’era qualcosa di marcio nel nostro mondo e che qualcuno doveva muovere i primi passi per estirparlo. Ma se volevo davvero fare un buon lavoro e sbarazzarmi di quei parassiti, di quei disgustosi, viscidi vermi,  allora dovevo andare a fondo. Dovevo scavare nella carne e strappare il putridume da quegli esseri spregevoli.
Per questo ho scelto i pugnali e le loro lame lente e precise, perfette per compiere il mio dovere. Non potevo fermarmi perché quella era la mia missione, il compito a cui non avrei mai rinunciato, che mi era stato affidato dal destino: eliminare la feccia nel sangue e nel dolore.


Pubblicato da Unknown alle 12:32  

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Altro personaggio meraviglioso, cui donare un sequel...
sei davvero brava, veri brividi mi percorrono ancora alla fine della lettura <3 <3 <3 BRAVAAAAAAAAA

15 aprile 2013 alle ore 15:54  

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