skip to main | skip to sidebar

365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

Archivo del blog

  • ▼ 2013 (243)
    • ► agosto (31)
    • ► luglio (31)
    • ► giugno (30)
    • ► maggio (31)
    • ▼ aprile (30)
      • Un magico incontro
      • Dovere verso il paese
      • Le mie età
      • Un fuoco dentro
      • Un posto inquietante
      • La punizione
      • L'incidente
      • Le farfalle nello stomaco
      • Problemi di sonno
      • La verità tra le fiamme
      • La preda sbagliata
      • La mia natura di lupo
      • Una persona irritante
      • Osservare la vita
      • La casa
      • Nel sangue e nel dolore
      • Una storia di vita
      • La paura della morte
      • Incontro al buio
      • Darsi una svegliata
      • Amarla per sempre
      • Legame indissolubile
      • Un segreto da custodire
      • Il sadismo degli scrittori
      • Un nuovo arrivo
      • Un libro da incubo
      • I'm no superman
      • Odio la cioccolata!
      • Una nuova scoperta
      • Un brutto sogno
    • ► marzo (31)
    • ► febbraio (28)
    • ► gennaio (31)
  • ► 2012 (122)
    • ► dicembre (31)
    • ► novembre (30)
    • ► ottobre (31)
    • ► settembre (30)

365 Stories from my Head

La punizione

giovedì 25 aprile 2013


Buonsalve! Un racconto che parla di grossi felini e delle punizioni che spettano a coloro che tradiscono i propri simili.

La punizione
(racconto n.237)

Diana si muoveva nella piccola radura  lenta e sinuosa come un felino.  I suoi occhi erano fissi sull’uomo bendato e in catene di fronte a lei.
- Chi è? – disse lui muovendo di scatto la testa. – Cosa sta succedendo?
All’improvviso l’uomo si bloccò e annusò l’aria. All’improvviso sembrò percepire qualcosa. Iniziò a piangere e a tremare come un bambino impaurito. – Diana… no…  non tu…
- Hai capito dove siamo, vero Dimitri? – disse la donna  la cui voce arrivò all’uomo gelida come una lama. – Sai che cosa ti aspetta, vero?
L’uomo si buttò a terra arrivando quasi a toccare con la fronte il terreno umido. – Ti prego non farlo! Io non volevo! Non volevo!
- Ma lo hai fatto: ci hai traditi. – ribatté lei indifferente alle sue suppliche. – Hai svelato della nostra esistenza e parlato della nostra natura solo per guadagnare qualche soldo.
- Non avevo di che mangiare. – cercò di giustificarsi lui. – Non sapevo più che fare per…
- Sta zitto. – lo intimò lei, avvicinandosi. – Non hai giustificazioni per aver usato il tuo dono come se fosse un misero trucco di prestigio.
Lui continuò a gemere e a supplicarla, ma lei non si fece impietosire. Si chinò su di lui e gli tolse la benda per poi afferrargli una caviglia. – È arrivato il momento della tua punizione.
Con una stretta, Diana gli frantumò la caviglia. L’uomo urlò, piangendo dal dolore.
La donna però non si fece impietosire. Gli sciolse le catene e lo spinse via. – Comincia a correre. – disse mentre il suo corpo veniva lentamente ricoperto di una folta pelliccia nera. – Corri se non vuoi morire subito.
E l’uomo corse. Ferito e terrorizzato, corse come non aveva mai fatto prima. Dietro di lui, Diana stava già ringhiando. Trasformata in una grossa pantera, era ormai arrivata a un balzo da lui.
 Disperato, anche l’uomo mutò il proprio aspetto, ma nemmeno in forma di pantera sarebbe potuto sfuggire alla cacciatrice. Se anche non fosse stato ferito niente avrebbe potuto salvarlo da lei.
In un attimo, Diana gli fu addosso. Le sue zanne si serrarono sulla gola della preda che emise un acuto verso di dolore.  In un attimo lo atterrò, bloccandolo con una zampa.
Non gli spezzò il collo. Non doveva morire così facilmente. La cacciatrice affondò zanne e artigli nel ventre della preda, straziandola e sventrandola.
Dopo lunghi e atroci minuti di agonia, dell’uomo non rimase che un cadavere maciullato.
Diana tornò umana e si pulì il sangue dalla bocca. Anche questa volta aveva compiuto il suo dovere, spietata e letale come era stata addestrata ad essere.
Aveva fatto ciò che era giusto per proteggere il branco. Per questo era nata. Per questo avrebbe continuato a cacciare.


Pubblicato da Unknown alle 11:01  

0 commenti:

Posta un commento

Post più recente Post più vecchio Home page
Iscriviti a: Commenti sul post (Atom)

Blog Design by Gisele Jaquenod

Work under CC License

Creative Commons License