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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Una storia di vita

domenica 14 aprile 2013

Buonsalve. Questo racconto è ispirato alla storia di una persona con cui ho avuto modo di parlare sabato.  A volte tendiamo a considerare le persone solo per  quello che fanno non per chi sono veramente e trovo tutto ciò davvero molto, molto triste.

Una storia di vita
(racconto n.226)

Mi capita spesso di osservare le persone che mi circondano e di ascoltare le storie che li hanno portati a essere quello che sono. Non sono molte le volte che sento racconti allegri.
La settimana ad esempio, mentre ero all’università, ebbi modo di parlare con un inserviente e di ascoltare la sua storia.
Nel suo paese lui era laureato in chimica. Le difficoltà e i problemi lo avevano portato a doversene andare e a cercare di crearsi una nuova vita altrove.   Era arrivato in Italia su invito di un amico che gli aveva proposto di fermarsi lì per un po’ e magari cercare un impiego nel suo campo.
Per potersi pagare da vivere, aveva iniziato a lavorare in un cantiere edile. Ogni giorno trasportava sacchi di cemento fino a farsi venire le vesciche e a sentirsi i muscoli in fiamme. Quando però lo avevano pagato era rimasto sorpreso della cifra guadagnata in sole tre settimane. Non avrebbe mai potuto sperare in una paga simile nel suo paese nemmeno se avesse continuato a lavorare come chimico. Ne fu davvero meravigliato e questo lo convinse a stabilirsi in Italia definitivamente.  Gli anni passarono e il lavoro si fece tanto più duro quanto lo stipendio basso.
Nel frattempo aveva provato a trovare lavoro nel suo campo, ma il fatto che fosse straniero sembra essere un limite per lui. Alla fine, dopo dieci anni, aveva desistito.
Era però riuscito a trovare un posto da inserviente all’università in modo da restare in qualche modo in contatto con quello che era stato. Nessuno si accorse mai di lui né aveva mai nemmeno provato a farsi domande su chi fosse davvero.
 Quando alla fine della nostra chiacchierata dovette andare via per riprendere il suo lavoro, mi ritrovai a guardarlo con occhi diversi e a chiedermi  ancora di più cosa nascondessero le persone attorno a me. C’erano così tante vite e così tante storie eppure spesso ci troviamo a ignorarle perché troppo concentrati su di noi e sui nostri problemi..
Non so perché, ma in quel momento mi sentii davvero molto, molto triste.



Pubblicato da Unknown alle 11:00  

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