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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Una persona irritante

giovedì 18 aprile 2013

Buonsalve! Un racconto ispirato a quel grande libro che è Fight Club ^,.,^ 
Buona lettura!!!!!

Una persona irritante
(racconto n.230)

Ci sono persone così irritanti e fastidiose che a volte fanno venire l’impulso di prenderle a schiaffi fino a far diventare loro le guance viola. Mick era esattamente uno di queste persone.
Lavoro con lui da circa due cinque mesi in un supermercato e a stento riesco a resistere all’impulso di farlo a pezzi e rinchiuderlo in uno dei congelatori  del reparto surgelati.
Mick era un arrogante, spocchioso, idiota che pensava che solo per il fatto che lavorava in quella fogna da più di tre anni poteva divertirsi a sfogare le proprie frustrazioni sui nuovi arrivati.
Con me non aveva fatto altro fino a quando era arrivata Triscia. Lei era quella che si poteva definire una  gran figa. Con gambe lunghe e affusolate e lo sguardo da gatta, era dotata di un fascino magnetico che attirava inevitabilmente gli sguardi di tutti.
Quello che più piaceva di lei era la sua grinta. Il suo primo giorno Mick aveva subito provato a prenderla di mira: mentre stava sistemando uno scaffale, lui le si era avvicinato con la sua solita aria da viscido spaccone.
- Fa pure con calma. – le disse incrociando le braccia sul petto. – Non hai bisogno di affrettarti più di tanto, visto che i minuti che perdi a sistemare questa roba ti verranno decurtati dallo stipendio.
Lei si limitò a buttare una confezione di spaghetti su uno scaffale e a fronteggiarlo a testa alta. – Ma tu guarda, ancora non avevo visto il viscido maschio frustrato  di questo squallido posto. Dimmi, ti piace essere un povero trentacinquenne vergine che vive ancora con la mamma e che non si accorge di essere tanto patetico quanto squallido anche sul posto di lavoro?
Lui rimase di sasso. Non disse niente mentre lei si spostava per controllare il banco frigo.
- Oh, a proposito – disse la ragazza un attimo dopo – questo yogurt è scaduto.
In un attimo gli versò il contenuto del barattolo in testa, provocando le risate di tutti.
Mick non ebbe più il coraggio di tormentare nessuno per una settimana poi però riprese a sfogarsi su di me. Mi trattò così da schifo mentre mi dava della stupida, patetica, fallita che quando me ne andai piangendo mi dissero che Triscia lo afferrò e lo attaccò al muro davanti a tutti. – Ti giuro che se provi ancora a maltrattarla ti ritroverai a pezzi in un uno dei congelatori del reparto surgelati.
Lui però non si fece intimidire, al contrario divenne ancora più insopportabile.  Due settimane dopo trovarono le sue braccia e le sue gambe  nei congelatori del pesce e il busto in quello del gelato. La sua testa era invece stata poggiata sopra alcune confezioni di yogurt.
Quando vidi quei resti rimasi così sconvolta che dovetti correre in bagno a vomitare. Era stata lei, era stata Triscia non avevo dubbi. La cosa che più mi spaventava però era che gli aveva fatto tutto quello che avrei voluto fargli io. Era come se avesse in qualche modo concretizzato i miei pensieri. Corsi in bagno e vomitai tutto quello che avevo nello stomaco. Mi sciacquai la bocca, ma quando alzai lo sguardo mi bloccai: il volto di Triscia mi fissava con un sorriso soddisfatto dallo specchio.
Solo allora mi resi conto di una cosa: stavo sorridendo anch’io.


Pubblicato da Unknown alle 11:03  

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Una sola parola: GENIALE! <3 <3 <3 3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3

18 aprile 2013 alle ore 12:25  

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