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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Un gesto di amicizia

venerdì 5 luglio 2013

Buonsalve! Un racconto scritto in piena notte, distrutta dal sonno. Non so da dove mi sia venuta l’idea, ma… beh diciamo che il finale ha sorpreso anche me.

Un gesto di amicizia
(racconto n.308)

- Dovresti averlo capito ormai: tu non piaci a nessuno. Le persone che dicono di amarti in realtà provano solo una profonda pena per te. Ti trovano patetica e inutile, un essere che può solo essere compatito.
Marla ascoltava le parole della sua più cara amica con sguardo impassibile. Nella sua mente continuava a ripetersi che non era giusto che lei la trattasse in quel modo eppure qualcosa nel suo animo non faceva che darle ragione. Marla sapeva di essere patetica, che se non fosse stato per Valery sarebbe sempre rimasta imprigionata nel suo misero anonimato. Quasi non riusciva a credere che una ragazza come Val si fosse interessata a lei, avvicinandola durante una pausa pranzo a scuola e stringendo con lei un sincero rapporto di amicizia.
Adesso però quelle sue parole la ferivano profondamente tanto che quasi stentava a credere che l'amica le avesse pronunciate davvero.
La mano di Val si posò sulla sua guancia. - Tu sai che io sono l'unica di cui puoi davvero fidarti. Sai che io ti voglio bene davvero, con tutto il cuore.
Marla sorrise e fece un cenno di assenso col capo. Era vero... Lei era stata la sola a sceglierla e ad accettarla per ciò che era.
Le doveva molto più della gratitudine. Le doveva un vero segno di affetto e amicizia. Infondo non aveva niente da perdere. Tutti gli altri la trovavano patetica, perfino i suoi genitori la detestavano, quindi perché preoccuparsi? Poteva fare ciò che voleva della sua vota tanto a nessuno sarebbe mai importato.
Per questo decise di farlo, di compiere quel gesto che avrebbe dato un senso e una fine a tutta la sua angoscia.
Dapprima delicatamente, Marla poggiò le labbra su quelle dell'amica che ricambiò il bacio con passione e bramosia.
Fu un attimo. Mentre ancora si stavano baciando, Valery fece aderire il corpo al suo e la spinse in avanti. Marla avvertì ogni paura svanire quando si si sentì cadere nel vuoto. Era così che doveva finire. Solo così gli altri l'avrebbero ricordata con un minimo di affetto.
Il tempo sembrò rallentare tanto che ebbe l'impressione che la caduta fosse interminabile. Il calore del corpo di Valery però le dava sicurezza.  Non ci fu dolore, solo un impatto improvviso e violento.


Quando la metropolitana passò oltre di Marla e Valery era rimasto ben poco, ma il loro ricordo sarebbe vissuto per sempre nella memoria di chi un tempo aveva finto di amarle.   


Pubblicato da Unknown alle 19:15  

1 commenti:

Anonimo ha detto...

uhm potrei elucubrare che questo racconto rappresenta l'ombra proiettata dalla luce della tua coscienza, un pensiero disturbante che di solito tieni ben saldo e censurato... è venuto ben fuori, direi... quasi inequivocabile... parli spesso con la tua ombra?

6 luglio 2013 alle ore 10:41  

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