skip to main | skip to sidebar

365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

Archivo del blog

  • ▼ 2013 (243)
    • ► agosto (31)
    • ▼ luglio (31)
      • Hanno ucciso la Signora in Giallo
      • Al mio assassino
      • Per il futuro
      • Una razza ormai estinta
      • Ricordi riflessi
      • Il destino, le coincidenze e la pizza
      • Celebrare ogni nascita
      • Il miracolo
      • Morire Vivendo
      • L'origine della grandine
      • Ricordi nell'acqua
      • La pietà della principessa
      • Canto ribelle
      • L'incidente
      • Il persecutore
      • Problemi col cibo
      • Il sorriso dell'assassino
      • Chissà cosa direbbe Samantha.
      • Ciò che ti devo
      • Pinguino Assassino
      • La donna in rosso
      • Il prezzo dell'egoismo
      • La spadaccina
      • Il baratro del dolore
      • Una partita da incubo
      • Sorelle
      • Un gesto di amicizia
      • Il controllo è potere
      • La leggenda dell'uomo nero
      • Il ladro di merendine
      • Il lombrico fantasma
    • ► giugno (30)
    • ► maggio (31)
    • ► aprile (30)
    • ► marzo (31)
    • ► febbraio (28)
    • ► gennaio (31)
  • ► 2012 (122)
    • ► dicembre (31)
    • ► novembre (30)
    • ► ottobre (31)
    • ► settembre (30)

365 Stories from my Head

La spadaccina

martedì 9 luglio 2013


BUonsalve! Un racconto su come spesso la realtà si riveli essere molto più dura delle nostre aspettative. Se c’è una cosa che ho imparato è che c’è sempre qualcuno più bravo di noi, per questo non dobbiamo mai smettere di imparare.


La spadaccina
(racconto n.312)

Saia non aveva mai lasciato il suo paese natio, ma sapeva che quella che l’attendeva era di certo la più grande avventura che avrebbe mai potuto desiderare. Partire per l’ignoto e sviluppare sul campo la propria tecnica… Ogni giorno passato ad addestrarsi con la spada era trascorso solo e unicamente in attesa di quel momento. Saia sapeva che non sarebbe stato facile. Infondo in un mondo di guerrieri e spadaccini formidabili, per una donna non sarebbe stato facile riuscire a farsi valere. Lei però era sicura e decisa come non mai.  Era consapevole delle proprie capacità e le avrebbe sfruttate al massimo.
Era in viaggio ormai da alcuni giorni quando nel cuore della foresta vide un gruppo di banditi sghignazzare spintonando un povero vecchio come se fosse un sacco di patate.
Senza esitare estrasse la spada e si avvicinò minacciosa. – Toglietegli subito le mani di dosso. – ringhiò.
Gli uomini si voltarono verso di lei, squadrandola dalla testa ai piedi.
- Ma tu guarda che bel bocconcino. – disse uno di loro. – Ragazzi è arrivato altro divertimento!
Quando i banditi la circondarono, Saia ebbe per un attimo un’esitazione. Non si era mai battuta in un vero combattimento tantomeno con così tanti avversari. Scosse il capo e si fece coraggio, preparandosi alla lotta. Loro le si avventarono addosso, sfoderando le armi. Per un po’ Saia riuscì a farsi valere, dimostrandosi abile e veloce, ma all’improvviso il loro numero ebbe la meglio.  Dopo averne messi fuori combattimento tre, si ritrovò a terra, disarmata. Saia sentì le lacrime salirle agli occhi. Era stata sconfitta, battuta come una stupida dilettante. Mentre già temeva il peggio, una lama trapassò uno degli uomini di fronte a lei. Sbalordita, li vide accasciarsi uno ad uno, sprizzando sangue sul terreno.  Quando tutto finì, un uomo si avvicinò. – Tutto bene, ragazzina?
Saia guardò ammirata il guerriero che aveva di fronte. Massiccio e con il volto e il torace segnato da numerose ferite, sembrava l’incarnazione stessa della forza.  Senza esitare, la ragazza si mise in ginocchio e arrivò a toccare il terreno con la fronte. – Ti prego insegnami a combattere. – disse d’un fiato.
L’uomo sembrò sorpreso da quella richiesta, ma riprese subito la propria compostezza. – Perché? – disse solo.
- Credevo di essere forte. – si ritrovò a piangere lei. – Pensavo di essere forte, ma appena mi sono scontrata col mondo reale ho capito che in realtà sono solo una novellina e questo non posso accettarlo. – i suoi occhi carichi di determinazione si posarono sul guerriero. – Io voglio essere forte. Con tutta me stessa.
L’uomo rimase in silenzio per un attimo poi le porse la mano. – Se vuoi che io ti addestri devi rispettare tre regole. La prima è non piangere. MAI.
Lei fece un cenno di assenso col capo, si asciugò le lacrime e lasciò che lui l’aiutasse ad alzarsi.
- La seconda – continuò l’uomo. – è che dovrai obbedirmi sempre e comunque.
Lei fece di nuovo un cenno di assenso. – La terza?
Lui inchiodò i suoi occhi di ghiaccio su quelli della ragazza. – Dovrai smetterla di giocare e iniziare a combattere per uccidere.

Saia sentì un brivido, ma fece anche questa volta accettò le regole. Il mondo reale era diverso da come l’aveva immaginato, ma adesso che vi era immersa non si sarebbe tirata indietro. Lo avrebbe affrontato e lo avrebbe fatto a qualsiasi costo.


Pubblicato da Unknown alle 10:03  

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Ganzo, bel raccontino, ma ci farai vedere l'addestramento di Saia e la sua maturazione a guerriera consapevole e matura? O la farai diventare una terribile mercenaria? Un bacio <3 <3 <3 <3

9 luglio 2013 alle ore 14:17  

Posta un commento

Post più recente Post più vecchio Home page
Iscriviti a: Commenti sul post (Atom)

Blog Design by Gisele Jaquenod

Work under CC License

Creative Commons License