skip to main | skip to sidebar

365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

Archivo del blog

  • ▼ 2013 (243)
    • ► agosto (31)
    • ▼ luglio (31)
      • Hanno ucciso la Signora in Giallo
      • Al mio assassino
      • Per il futuro
      • Una razza ormai estinta
      • Ricordi riflessi
      • Il destino, le coincidenze e la pizza
      • Celebrare ogni nascita
      • Il miracolo
      • Morire Vivendo
      • L'origine della grandine
      • Ricordi nell'acqua
      • La pietà della principessa
      • Canto ribelle
      • L'incidente
      • Il persecutore
      • Problemi col cibo
      • Il sorriso dell'assassino
      • Chissà cosa direbbe Samantha.
      • Ciò che ti devo
      • Pinguino Assassino
      • La donna in rosso
      • Il prezzo dell'egoismo
      • La spadaccina
      • Il baratro del dolore
      • Una partita da incubo
      • Sorelle
      • Un gesto di amicizia
      • Il controllo è potere
      • La leggenda dell'uomo nero
      • Il ladro di merendine
      • Il lombrico fantasma
    • ► giugno (30)
    • ► maggio (31)
    • ► aprile (30)
    • ► marzo (31)
    • ► febbraio (28)
    • ► gennaio (31)
  • ► 2012 (122)
    • ► dicembre (31)
    • ► novembre (30)
    • ► ottobre (31)
    • ► settembre (30)

365 Stories from my Head

L'incidente

giovedì 18 luglio 2013

Buonsalve. Un racconto scritto pensando all’inevitabilità, a come certe disgrazie siano inevitabile, ma allo stesso tempo  pensando a come alcune persone riescono a cambiare e a migliorare la nostra vita anche facendone parte solo per un breve periodo.

L'incidente
(racconto n.321)

James si era chiesto come sarebbe stata la sua vita se non avesse avuto l’incidente, se non fosse stato costretto a rinunciare allo sport e non fosse caduto nel baratro dell’alcolismo. All’inizio era stata la disperazione a portarlo a bere, l’angoscia e la sofferenza per quel ginocchio che non sarebbe mai più tornato quello di un tempo.
Si era attaccato alla bottiglia perché voleva smettere di pensare, dimenticare che non sarebbe mai più tornato a essere se stesso, che gli anni passati ad allenarsi e a versare sangue e sudore erano svaniti assieme a tutte le sue speranze di diventare un campione. Pensava che se avesse trovato il modo di non pensare allora sarebbe riuscito a sopportare la perdita di tutta la sua vita.

Si era gettato così in un baratro apparentemente senza fine fatto di giorni in preda alla nausea e allo stordimento e notti delle quali non ricordava nulla e che si concludevano spesso con un brusco risveglio al fianco di una sconosciuta. Un giorno però capì che le cose sarebbero dovute cambiare. Era di nuovo ubriaco ed era riuscito a mettere le mani sulle chiavi che il barista gli aveva sequestrato dopo aver bevuto. Stava tornando a casa quando all’improvviso si ritrovò un ragazzo davanti alla macchina. Non ricordava da dove fosse sbucato. Ricordava solo che all’improvviso fu costretto a sterzare bruscamente e che un attimo dopo si ritrovò addosso a un albero. Fu come rivivere il momento dell’incidente solo che questa volta era lui il pirata che aveva rischiato di stroncare la vita di un ragazzo. Quel ragazzo però si salvò e anzi corse ad aiutarlo a uscire dalla macchina. Il suo nome era Alex. Quello sconosciuto gli rimase vicino, attese i soccorsi e lo accompagnò in ospedale. Lo aiutò perfino ad affrontare le conseguenze per aver guidato in stato di ebrezza. James scoprì solo poco dopo che il padre del giovane era morto a causa dell’alcool, lo scoprì quando si rese conto che non lo avrebbe lasciato finché non si fosse disintossicato, che la sua determinazione andava ben oltre la semplice bontà d’animo. Fu per questo che dopo tre mesi di sobrietà decise di andare da lui per ringraziarlo, per fargli capire quanto il suo sostegno fosse stato importante. Mentre stava per raggiungere l’abitazione di Alex però si ritrovò davanti a un incidente stradale. Quasi si sentì morire quando vide l’amico riverso a terra e l’ubriaco che scendeva barcollando dalla macchina che lo aveva investito. James non riuscì a trattenere le lacrime. Alex era scampato all’incidente d’auto che lui aveva rischiato di provocare, ma non era scampato a quello. Era morto come sarebbe dovuto morire per colpa sua mesi prima.  Salvandosi quell’unica volta aveva solo ritardato un evento inevitabile, ma aveva fatto molto di più: in qualche modo, aveva rimandato il proprio destino per salvare per sempre il suo e James  per questo lo avrebbe onorato per il resto della sua esistenza.


Pubblicato da Unknown alle 10:40  

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Parabola sul destino e la necessità di vivere la nostra vita per ciò che riteniamo importante anche quando abbiamo tutto contro... tu sai farmi piangere...

18 luglio 2013 alle ore 11:09  

Posta un commento

Post più recente Post più vecchio Home page
Iscriviti a: Commenti sul post (Atom)

Blog Design by Gisele Jaquenod

Work under CC License

Creative Commons License