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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Il lombrico fantasma

lunedì 1 luglio 2013

Buonsalve! Il racconto di oggi è nato durante una chiacchierata fatta durante la festa di chiusura del Lupo Rosso. Chi vi ha preso parte sa bene di cosa parlo XD

Il lombrico fantasma
(racconto n.304)

Gipser era una creatura davvero complicata. Lui non era solo un lombrico, ma era anche un fantasma. Ciò era dovuto al fatto che non aveva mai amato nutrirsi di terra o residui organici come i suoi simili. Adorava invece la frutta e fu appunto quella passione a farlo diventare un fantasma. Durante la sua breve vita infatti aveva avuto modo di mangiare solo frutta marcia per questo un giorno decise di mettersi in viaggio per cercare un posto in cui poter soddisfare davvero la sua fame. Fu un viaggio difficile perché, come ogni lombrico, Gipster era molto lento e non riusciva a percorrere molta strada. A peggiorare le cose c’era anche il fatto che ogni insetto o suo simile che incontrava prima lo avvicinava per chiedergli dove stesse andando, facendogli perdere molto tempo, poi si metteva a ridere di lui, facendogli perdere la fiducia in se stesso. Nonostante tutto però il lombrico andò avanti, cercando e sperando in un colpo di fortuna. E alla fine la fortuna sembrò girare dalla sua parte. Un giorno infatti, vide davanti a sé un enorme bancone pieno della frutta più fresca che avesse mai visto. Era arrivato nei pressi di un mercato ortofrutticolo, il paradiso che aveva sempre sognato.
Avvicinandosi estasiato  a quella visione paradisiaca, non badò agli umani  che si aggiravano per il mercato.
Gli mancava pochissimo per raggiungere la frutta quando accadde: un’ombra si stagliò sopra di lui poi Gipser vide un enorme piede calare sulla sua testa.
Si ritrovò poco dopo a fluttuare sul suo corpo spappolato, chiedendosi come avesse potuto essere così idiota da correre un rischio simile. Per un attimo gli venne voglia di urlare e disperarsi, ma il suo sguardo cadde sulla montagna di frutta poco distante. Era morto. Era morto ed era diventato un fantasma mentre il suo corpo giaceva spiaccicato a terra eppure non si sentiva affatto triste: anche se non poteva mangiarla, visto che ormai non aveva più nemmeno fame, passare l’eternità in mezzo a tanta frutta per lui era come trovarsi in paradiso.



Pubblicato da Unknown alle 09:34  

1 commenti:

Anonimo ha detto...

racconto velato da una amara e cruda ironia :D molto veritiero :D

1 luglio 2013 alle ore 12:48  

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