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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Morire Vivendo

martedì 23 luglio 2013

Buonsalve! Questo racconto è stato ispirato dalla tragica morte di Andrea Antonelli ed è dedicata non solo a lui, ma a tutti i piloti morti in pista e a quelli che coltivano la loro passione nonostante i rischi e le sofferenze.

Morire vivendo
(racconto n. 326)

La prima volta che le ho viste correre ho capito che il rombo dei loro motori mi sarebbe rimasto dentro per sempre. Ero ancora un bambino eppure sentivo di aver già trovato la mia strada, di aver trovato il grande amore della mia vita. Ho iniziato con le minimoto per poi passare alle gare minori fino a conquistare il sogno che pensavo irraggiungibile: correre con i grandi, gareggiare con quei professionisti che avevo sempre ammirato e rispettato. Ero diventato un campione tra i campioni e questo mi riempiva di un orgoglio smisurato. Poi ci fu l’incidente.
L’adrenalina della corsa, la pioggia scrosciante, una sbandata e poi il nulla. Non ho avuto nemmeno il tempo di sentire il dolore. È accaduto tutto in un attimo che agli occhi di molti sarà sembrato eterno.
Prima di scorgere la mia luce, ho osservato a lungo i volti di chi ha assistito alla mia morte. Ho visto il dolore e la sofferenza dei miei cari e del mio team, ho scorto le lacrime del pubblico, degli altri piloti e quelle di tutti gli addetti  del circuito.
Poi sono arrivate le polemiche e la rabbia nei confronti di ciò che ho sempre amato. Le discussioni sono diventate più forti del cordoglio. In nome di tutto ciò che ho amato e della vita che ho vissuto e che si è spenta troppo presto vi domando una sola, ultima cosa: basta.
Non usate la mia morte per accusare e criticare la mia passione, non usatela come scusa per attaccare e condannare. Sicurezza, controllo… pensate a questo per tutti i piloti che ancora gareggiano, non per combattere una guerra a mio nome. Ciò che desidero è essere ricordato per ciò che ero e per ciò che ho fatto, per la mia passione e la mia bravura.
Non pensate a me come il pilota morto in pista. Ricordatemi come il ragazzo che ha lottato e si è impegnato per realizzare un sogno, come il bambino che giocava con i modellini delle moto e che è cresciuto con la passione per le corse nel cuore.

Ricordatemi come ciò che ero davvero e ricordate che ho vissuto per ciò che amavo e che, per quanto troppo presto,  sono morto vivendo.


Pubblicato da Unknown alle 11:54  

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Bravissima, un sincero e sentito omaggio che mette alla berlina le sterili polemiche, in opposizioni a un impegno serio e a un giusto cordoglio... davvero brava e coraggiosa! Antonelli sarà sempre con noi!

23 luglio 2013 alle ore 15:45  

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