skip to main | skip to sidebar

365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

Archivo del blog

  • ▼ 2013 (243)
    • ► agosto (31)
    • ▼ luglio (31)
      • Hanno ucciso la Signora in Giallo
      • Al mio assassino
      • Per il futuro
      • Una razza ormai estinta
      • Ricordi riflessi
      • Il destino, le coincidenze e la pizza
      • Celebrare ogni nascita
      • Il miracolo
      • Morire Vivendo
      • L'origine della grandine
      • Ricordi nell'acqua
      • La pietà della principessa
      • Canto ribelle
      • L'incidente
      • Il persecutore
      • Problemi col cibo
      • Il sorriso dell'assassino
      • Chissà cosa direbbe Samantha.
      • Ciò che ti devo
      • Pinguino Assassino
      • La donna in rosso
      • Il prezzo dell'egoismo
      • La spadaccina
      • Il baratro del dolore
      • Una partita da incubo
      • Sorelle
      • Un gesto di amicizia
      • Il controllo è potere
      • La leggenda dell'uomo nero
      • Il ladro di merendine
      • Il lombrico fantasma
    • ► giugno (30)
    • ► maggio (31)
    • ► aprile (30)
    • ► marzo (31)
    • ► febbraio (28)
    • ► gennaio (31)
  • ► 2012 (122)
    • ► dicembre (31)
    • ► novembre (30)
    • ► ottobre (31)
    • ► settembre (30)

365 Stories from my Head

Al mio assassino

martedì 30 luglio 2013

Buonsalve! Un racconto scritto mentre ero in coda in posta e che trae ispirazione dalla pubblicità del programma “So chi mi ha ucciso”. Buona lettura!

Al mio assassino
(racconto n.333)


Nessuno sa chi sei… non ancora almeno. Io però conosco la tua identità e soprattutto so quello che hai fatto. So delle tue numerose vittime, di come ti sei sempre divertito a seguirle e perseguitarle, di come provavi un sordido piacere nell’entrare nelle loro vite.
All’inizio ti credevo un’ombra, una figura frutto della mia paranoia e della mia ansia. Stavo passando un periodo particolarmente stressante quindi pensavo che la mia mente stesse cominciando a giocarmi brutti scherzi. Poi però ci furono piccoli indizi che mi diedero da pensare: un fiore infilato sotto il tergicristallo dell'auto o nella buca delle lettere, strani messaggi nella mia casella mail o sul cellulare...
Pensai fosse un semplice ammiratore e per un po' ne fui quasi lusingata. Almeno finche non trovasti il modo di entrare in casa mia. Allora infatti ebbe inizio il mio incubo. Iniziai a trovare oggetti spostati o cassetti rivoltati, poi mi accorsi della sparizione di foto e biancheria intima. Chiamai più volte la polizia, ma loro si limitarono a fare dei sopralluoghi sporadici nel quartiere. Poi, di punto in bianco, tutto cessò.   Smettesti di perseguitarmi e dopo diverso tempo cominciai a sperare che ti fossi dimenticato di me. Ciò però non accade. Tu, così metodico e calcolatore volevi che passasse il tempo necessario a far dimenticare queste intrusioni nella mia vita.  Poi tentasti il tuo approccio. Mi aggredisti mentre tornavo a casa, raccontandomi cose di me che non avresti dovuto sapere. Mi hai rivelato di come mi avevi scelta tra tante, di come per te rispecchiassi l'ideale di perfezione e bellezza. Mi hai raccontato di come ti sei intrufolato nella mia vita per cercare di conoscermi e per riuscire a farti amare, di come mi hai seguita e hai approfittato del tuo volto anonimo per parlarmi. La tua dichiarazione mi sconvolse a tal punto da paralizzarmi dalla paura. Fu allora che capisti che, come molte altre prima di me, non ero in grado di comprendere il tuo modo di amare e che quindi non potevo essere quella giusta.
Fu allora che mi colpisti facendomi finire a terra e che tirasti fuori il coltellino con il quale poi mi sfregiasti  il volto strappandomi la pelle delle guance e le labbra.
Il coltellino con il quale poi mi apristi la gola.
Nessuno sa ciò che hai fatto. Nessuno conosce la tua natura malata. Io però so tutto, conosco il tuo viso e la tua perversione. Lo so perché ne sono rimasta vittima, perché nella morte non potrò mai dimenticare il volto e la follia del mio assassino.   


Pubblicato da Unknown alle 12:29  

1 commenti:

Anonimo ha detto...

bellissima e reale storia... ma è già iniziata la serie?
Comunque complimenti vivissimi, sei riuscita a trasmettermi un brivido gelido lungo la schiena che non cessa nemmeno a fini lettura... bravissima <3 <3 <3 <3 <3 <3

30 luglio 2013 alle ore 15:41  

Posta un commento

Post più recente Post più vecchio Home page
Iscriviti a: Commenti sul post (Atom)

Blog Design by Gisele Jaquenod

Work under CC License

Creative Commons License