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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Chissà cosa direbbe Samantha.

domenica 14 luglio 2013

Buonsalve! Un racconto ispirato da una chiacchierata su una blogger realmente esistente (che, preciso, non è quella della foto). Ovviamente non le auguro minimamente una cosa del genere. Si tratta di un racconto scritto per sfizio quindi se siete delle blogger… beh non prendetevela, ok?

Chissà cosa direbbe Samantha.
(racconto n.317)

Samantha era una blogger molto famosa che scriveva consigli e novità nel campo della moda e dell’abbigliamento. Il suo blog “Chissà cosa direbbe Samantha” riceveva ogni giorno migliaia di visite e messaggi con domande e complimenti ai quali lei rispondeva puntualmente.
Col tempo, la donna divenne sempre più popolare e spesso veniva invitata a sfilate o a inaugurazioni di negozi di abbigliamento che speravano in una recensione o anche solo in una citazione favorevole nel suo blog.
Samantha però era spietata e man mano che andava avanti lo divenne sempre più tanto che erano in molti ormai ad essere stati danneggiati da una sua stroncatura e ovviamente erano anche in molti a detestarla. Lei  però non ci faceva caso. In fondo si limitava a esprimere il proprio parere in maniera schietta e decisa, senza imporre il proprio pensiero a nessuno.
Non faceva nemmeno caso a tutti gli insulti e le mail minatorie che riceveva dai sui detrattori. Un giorno però accadde qualcosa che non avrebbe mai potuto prevedere.
Stava aggiornando il blog quando qualcuno suonò alla porta. Visto che aspettava la consegna di una pizza non pensò di chiedere chi fosse. Quando aprì si ritrovò davanti a un uomo mingherlino che la fissava con sguardo allucinato. La donna riconobbe subito uno stilista del quale aveva assistito a una sfilata recentemente. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma lui l’aggredì portandole una mano alla gola e colpendola con l’altra con un paio di forbici da lavoro.
- Maledetta troia! – urlò lui. – Mi hai rovinato! Mi hai rovinato!
L’uomo continuò a colpirla sfregiandola e allargando le ferite già aperte.  Per lunghi momenti, Samantha non sentì che dolore poi, lentamente, cominciò a non sentire più il proprio corpo.  Morì guardando il suo computer con una lacrima di rimpianto che le rigava il volto.

Poco dopo su “Chissà cosa direbbe Samantha” apparve una foto della donna maciullata riversa nel sangue. Sotto di essa una sola frase: “ora non potrà dire più niente.”

 Il blog raddoppiò il numero di visite in pochissime ore.


Pubblicato da Unknown alle 12:05  

1 commenti:

Anonimo ha detto...

semplicemente una perfetta e cruda parabola della società massificata e capitalista, improntata all'immagine e non alla sostanza... bravissima!

15 luglio 2013 alle ore 11:06  

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