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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Il prezzo dell'egoismo

mercoledì 10 luglio 2013

Buonsalve! Un racconto ispirato da quei ragazzini viziati che pensano che tutto sia dovuto loro e che non hanno idea di cosa sia la gratitudine e il rispetto. Ahimè, purtroppo oggi ce ne sono tanti e, ahimè, purtroppo un giorno anche loro si troveranno a doversi scontrare con il mondo vero…

Il prezzo dell'egoismo
(racconto n.313)

Christian era un ragazzo viziato e arrogante. Cresciuto nella bambagia e abituato a passare tutto il suo tempo tra vestiti firmati e feste in discoteca, non aveva mai provato cosa volesse dire vivere nel mondo reale. Paradossalmente però fu proprio un mondo irreale a insegnarglielo. Un giorno era riuscito a mettere le mani su un videogioco non ancora entrato in distribuzione, ma quando lo provò accadde qualcosa che non si sarebbe mai immaginato: all’inizio fu solo un capogiro, poi si sentì cadere e alla fine vide arrivò il buio. Quando rinvenne non era più nella sua realtà. Gli ci volle un po’ per rendersi conto di essere finito nel mondo del videogioco, in un  misero villaggio senza la minima traccia di modernità o ricchezza. Spaesato e confuso, iniziò ad aggirarsi tra le abitazioni in legno. Quando gli abitanti ne uscirono, all’inizio furono diffidenti poi però lo accolsero tra loro  e gli offrirono ospitalità e sostegno.
Christian ovviamente non rifiutò l’aiuto e si stabilì nella casa di una coppia di anziani che non aveva mai avuto figli. Lì si fece viziare e servire come se fosse il padrone di casa, approfittando della disponibilità della coppia che arrivava a cedergli anche gran parte del poco cibo che avevano.
All’inizio sia la coppia che gli abitanti del villaggio sopportarono quel suo modo di fare, attribuendo il suo egoismo allo smarrimento e alla confusione, ma col tempo la loro pazienza diminuì notevolmente. Dopo diversi mesi ormai lo sopportavano a malapena. Se non lo cacciavano era solo per non disobbedire alla loro ferrea legge morale. Ovviamente di questo Christian non si rese minimamente conto. Era troppo impegnato a pensare a se stesso per accorgersi di aver oltrepassato il limite. Un giorno però dei soldati a cavallo arrivarono al villaggio e il panico si diffuse.  A un loro comando, tutti gli abitanti si radunarono. Christian guardò esterrefatto i cavalieri, chiedendosi chi fossero e cosa potessero volere. Poi capì: quegli uomini erano in cerca di schiavi da offrire al signore di quelle terre.  Ne avrebbero prelevato uno da ogni villaggio e sarebbero stati gli abitanti stessi a decidere chi.
All’inizio ci fu solo un silenzio carico di disagio, poi la donna che lo aveva ospitato si fece avanti. – Offro lui! – urlò indicandolo. – A questo parassita farà bene un po’ di lavoro!
Il ragazzo ci mise un po’ a interpretare le sue parole. Lui? Perché? Che cosa aveva fatto?
La confusione si tramutò in panico quando tra la folla iniziarono a levarsi grida e commenti di approvazione. In un attimo delle mani lo afferrarono e spintonarono, trascinandolo ai piedi di uno dei soldati.
- Questo è perfetto. – Sghignazzò l’uomo. – Sembra davvero in forma.
Gli misero subito i ceppi e lo trascinarono via costringendolo a correre dietro ai loro cavalli. Christian non tornò più nel suo mondo. Da quel momento per lui iniziò un incubo, un lungo periodo di schiavitù causato dal suo stesso egoismo del quale divenne presto consapevole, consapevolezza che, forse, in qualche modo gli avrebbe insegnato a vivere.





Pubblicato da Unknown alle 12:21  

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Uh bello e cattivo :D complimenti :D

10 luglio 2013 alle ore 12:45  

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