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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Una parte del futuro

martedì 19 marzo 2013

Buonsalve amici! Questo racconto è nato pensando alle persone che si incrociano per strada, delle quali spesso non sappiamo niente, ma che in qualche modo diventano per pochi istanti parte delle nostre vite.

Una parte del futuro
(racconto n.200)

Mi chiamo Elly e sono molto abile nel capire le persone. Cammino spesso per la mia città osservando la gente e la loro l’anima grazie al dono che è stato la condanna della mia vita e che mi permette di  leggere le vite di tutti quelli che incrocio sulla mia strada.
Una volta ho incontrato una ragazza di sedici anni distrutta dal fatto di essere stata lasciata dal suo ragazzo. Lui era un delinquente che la maltrattava e umiliava costantemente, ma quando alla fine questo aveva deciso di mettersi con un’altra, la giovane aveva dato colpa al fatto di non essere abbastanza bella. Sapevo già ce da lì a dieci anni, se non avesse deciso di amare di più se stessa, sarebbe morta di anoressia. Un’altra volta ho incontrato un uomo talmente preso dal suo lavoro da dimenticarsi dell’amore che aveva nutrito fin da giovane per sua moglie, arrivando a trascurarla e a trattarla come una domestica che doveva soddisfare ogni suo desiderio.
Non penserà a incolpare se stesso quando, tra circa sei mesi, la troverà a letto col suo migliore amico. Si accanirà invece su di lei durante la fase di divorzio e farà passare mesi d’inferno ai figli ancora piccoli.
Tristezza, rabbia, dolore… c’era così tanto nel cuore e nel futuro delle persone da farmi venire la nausea. Poi però incontro persone come Carl e allora gli esseri umani non mi sembrano più così disperati.
Carl aveva avuto una vita orribile. Figlio di un padre violento e di una madre tossicodipendente, non aveva avuto un infanzia, ma un  vero e proprio incubo. Per due volte era finito in ospedale, la prima per un braccio rottogli dal padre o meglio, secondo quello che avevano detto ai medici, pe runa caduta. La seconda volta ci finì per malnutrizione e fu allora che lo portarono via dalla famiglia. Per un certo periodo fu felice con i suoi genitori affidatari, ma presto questi morirono e Carl si ritrovò di nuovo da solo, sballottato da una famiglia all’altra.
Nonostante questo però avrebbe continuato a studiare e sarebbe diventato un assistente sociale che avrebbe salvato decine di ragazzi aiutandoli a fare grandi cose.
Quando lo incrociai per strada sentii il mio cuore battere così forte che piansi dalla gioia. Lui mi guardò, mi sorrise e mi offrì un fazzoletto. Io gli sorrisi a mia volta.
In quel momento vidi qualcosa che mi lasciò senza parole. Quel giorno ci saremmo separati, ma  quel semplice gesto ci avrebbe poi permesso di incontrarci ancora. In un modo o nell’altro lo avrei aiutato nel suo lavoro e sarei diventata parte del suo futuro.




Pubblicato da Unknown alle 11:15  

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Bellissima, colma d'amore e di speranza, dipinge i mali dell'uomo con molta precisione ed eleganza. Una storia d'amore che riflette i dolori del mondo. Bella, davvero :D

19 marzo 2013 alle ore 15:13  

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