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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Sepolta viva

lunedì 11 marzo 2013

BUonsalve! Questo racconto è ispirato a una paura che penso siano in molti ad avere: quella di venire sepolti vivi. Buona lettura!

Sepolta viva
(racconto n.192)

Buio. Attorno a lei, Silvie, non c’erano che tenebre. Sentiva della terra sotto le dita e un gelo che le entrava fin nelle ossa. Aveva paura, non ricordava come fosse finita in quel posto, non sapeva nemmeno dove si trovasse.  La sua mente scavò nei ricordi, cercando di andare a fondo nella memoria.
Era appena uscita dall’università, una giornata come tante, piuttosto monotona a dire il vero.
Stava attraversando la strada quando una macchina le venne addosso.
Il dolore fu intenso e improvviso poi ci fu il vuoto. Quando rinvenne vide un medico chino su di lei. Aveva il volto coperto da una mascherina, ma dagli occhi Silvie capì che stava ridendo.
- Che bella bambolina che sei… questo posto non fa per te.
La ragazza sentì le palpebre farsi pesanti. Tutto attorno a lei si fece sbiadito.
- Le bambole come te meritano di stare in una teca di vetro.
Ci fu ancora il vuoto, un vuoto lungo e interminabile dal quale riemerse con lentezza esasperante. Sentì un rumore, come di qualcuno che scavava in maniera insistente.
Quando riuscì di nuovo a vedere bene, scorse un uomo poco distante intento a scavare con una grossa pala. Accanto a lui c’era una bara di vetro, tutt’attorno decine e decine di bare.
Appena si accorse del suo risveglio, l’uomo le si avvicinò. Silvie provò a scappare, ma si rese conto solo in quel momento di essere legata. Cercò di gridare, ma le mani del rapitore si serrarono subito attorno alla sua bocca.
In un attimo lui la sollevò di peso,  spingendola  nella bara. La slegò solo un attimo prima di richiudere il coperchio sopra di lei. Silvie urlò e urlò, ma la bara sembrava attutire tutti i suoni.
Non poté fare altro piangere anche dopo che la terra l’ebbe inghiottita, gettandola nel gelo delle tenebre.


Pubblicato da Unknown alle 16:27  

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