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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Occhi rossi

giovedì 7 marzo 2013

Buonsalve! Ecco il racconto di oggi! L’ho scritto perché… naaaa oggi sono pigra. Niente spiegazione U,.,U

Occhi rossi
(racconto n.188)

La prima volta che lo vidi, nello studio del mio capo, ho avuto paura di lui. Si chiamava Dylan e, a quanto mi dissero quel giorno, era un nuovo dirigente della società in cui lavoravo. La sua aria sicura mi intimoriva e mi metteva fortemente a disagio, mi faceva sentire debole e insicura. Poi c'erano i suoi occhi, rossi come gocce di sangue appena stillato.
Quegli occhi mi spaventavano facendomi sentire come se fossi nuda di fronte a lui, mi spogliavano e mi accarezzavano provocandomi brividi caldi mai provati prima.
Dopo tre giorni da quell'incontro di lavoro ricevetti un suo invito a cena. La cosa dapprima mi stupì e fui seriamente tentata di rifiutare, ma alla fine cedetti. Infondo era pur sempre un uomo affascinante e a quanto pare ricco quindi perché farmi intimorire dalla prima impressione? Fu una serata molto bella, in un ristorante elegante e raffinato come si rivelò essere anche lui.
Alla prima uscita ne seguì un’altra. Per quanto mi piacesse la sua compagnia e mi sentissi molto attratta da  lui però c’era sempre quella piccola sensazione di disagio dentro di me che non voleva in alcun modo andarsene.
Nonostante questo, durante il nostro terzo appuntamento decisi di invitarlo a casa mia. In fondo Dylan mi piaceva e mi attraeva davvero molto. Mi era perfino capitato di sognarlo più di una volta in maniera… beh diciamo piuttosto spinta.
Quando entrò nel mio appartamento si guardò un po’ attorno poi, con gli occhi che brillavano di una luce inquietante,  si avvicinò e mi baciò con trasporto.
Pochi minuti dopo eravamo già a letto, nudi e stretti l’uno all’altra.
Fu come perdersi in un sogno distorto e confuso. La mia mente era si smarrì in ogni suo gesto, le figure attorno a me sembravano ombre ghignanti che mi fissavano cariche di soddisfazione.
- Sapevo che saresti stato il sacrificio perfetto. – disse Dylan. – Dovrò ringraziare il tuo capo per averti offerta a me…
Ciò che sentii dopo fu solo piacere, un piacere intenso che raggiunse il culmine quando lui iniziò a strapparmi la carne a morsi.
Poi fu solo il buio e il rosso del mio sangue riflesso in quello dei suoi occhi.


Pubblicato da Unknown alle 15:12  

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Uao sei più brava di Richard Matheson... quando li raccoglierai, sarà una raccolta miliare al pari del suo "Shocks"... amore sensuale e istinto di morte che giace dietro l'angolo... uao :D superbo :D <3

7 marzo 2013 alle ore 16:39  

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