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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Rimettesi in piedi

mercoledì 27 marzo 2013


Buonsalve! Ho scritto questo racconto perché sono in un periodo in cui sto cercando di rimettermi in piedi dopo una serie di batoste niente male. Pronta a farcela! ;)

Rimettersi in piedi
(racconto n.208)

A volte sembra quasi impossibile tornare a sorridere quando perdi tutto quello che ami. Natalie era una pittrice molto promettente che metteva nei suoi dipinti un amore e una passione fuori dal comune. Quando si chiudeva nella sua stanza e prendeva un pennello in mano era come se il mondo attorno a lei perdesse di significato.
La sua mente s’immergeva in tinte multicolori e forme che si trasformavano e prendevano corpo sulla tela di fronte a lei. Per lei non c’era niente di più bello di quei momenti in cui poteva esprimere davvero tutta se stessa.
Un giorno le si presentò l’occasione più grande della sua vita: una mostra in una delle più grandi gallerie d’arte di New York.  Si preparò per settimane nel tentativo di sfruttare al massimo quella straordinaria opportunità, per far sì che i suoi lavori catturassero il cuore di chi li osservava così come lei aveva riversato in essi il proprio.  Fu un periodo eccitante e meraviglioso che però ebbe una fine molto brusca. Il piccolo studio in cui teneva i suoi dipinti venne devastato da un incendio improvviso. Non si salvò nemmeno un quadro.  Quando l’avvertirono, Natalie ne fu devastata. A dieci giorni dalla mostra non aveva più niente da esporre. Tutto il frutto della sua passione era andato distrutto.
Rimase per due giorni nell’appartamento devastato, in uno stato quasi catatonico. A nulla valsero le rassicurazioni dei suoi amici e parenti. Aveva il cuore a pezzi e niente avrebbe potuto consolarla. Poi però, all’inizio del terzo giorno, Rob, il suo ragazzo, le mise davanti agli occhi una tela bianca, tavolozza e pennelli poi si sedette accanto a lei e rimase a fissarli in silenzio. Nel guardarli, Natalie sentì scattare qualcosa dentro di sé.  Di punto in bianco si alzò e iniziò a dipingere riversando sulla tela tutto il dolore e la disperazione provata in quei giorni.
Dipinse per tutta la notte e nei giorni successivi, fermandosi a malapena per mangiare e concedersi un paio di ore di sonno.  Il giorno della mostra ogni ospite poté ammirare i risultati di quel lavoro, dipinti di una tale intensità e passione da lasciare senza fiato.
Quella era la sua occasione e Natalie non avrebbe mai potuto sprecarla. Per ogni caduta avrebbe sempre trovato il modo di rimettersi in piedi.


Pubblicato da Unknown alle 12:16  

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