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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Dimenticare

martedì 12 marzo 2013

Buonsalve! Ho scritto questo racconto pensando a quante volte rimuoviamo o facciamo finta di non vedere cose che ci turbano troppo per poter essere accettate.

Dimenticare
(racconto n.193)

Non sempre siamo in grado di accettare quello a cui assistiamo. A volte ci ritroviamo ad assistere a scene talmente orribili che il nostro cervello si rifiuta di ricordarle.
Luca aveva sempre pensato che quella teoria fosse solo una favola raccontata da chi non era in grado di affrontare verità per loro troppo scomode. Era facile, secondo lui, fingere di dimenticare per non dover fare i conti col passato. Non sapeva però quanto fosse in errore. Lo capì quando si rese conto di essere innamorato di Claudia, sua compagna dell’università. Aveva sempre fatto fatica a legarsi sul serio a una ragazza a causa forse della morte improvvisa di sua madre quando ancora era piccolo. Uno stupido incidente gliel’aveva portata via troppo presto. Claudia però lo colpì subito per il suo entusiasmo e la sua intelligenza portandolo finalmente a liberarsi di quel blocco che gli impediva di essere felice. Un giorno però, mentre rientravano da una serata al pub con amici, un uomo si avvicinò loro.
Iniziò a fare commenti spiacevoli su Claudia, asfissiandoli con la puzza di alcool e sudore. Quando provò a toccarla Luca non ci vide più. Qualcosa scattò dentro di lui, un ricordo che aveva represso nel profondo del suo essere.  Ricordò due uomini fare irruzione  a casa sua, una notte in cui suo padre era in viaggio di lavoro. Ricordò sua madre che lo nascondeva in un armadio, poi le sue grida e alla fine il sangue che si espandeva dal suo corpo morto. In preda a una rabbia cieca, Luca tornò alla realtà e scacciò l’uomo in malo modo, colpendolo più volte al volto.
Quando però la rabbia fu passata, il ricordo di ciò che era davvero accaduto alla madre lo travolse.  La prima cosa che fece, appena varcata la soglia di cassa, fu chiamare sua padre. Quando la sua conferma arrivò come una condanna, Luca si chiese come avesse potuto dimenticare una cosa tanto orribile.
E mentre Claudia lo abbracciava, tentando di consolarlo, giurò a se stesso che, per quanto male facesse, non avrebbe mai più dimenticato 


Pubblicato da Unknown alle 17:54  

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