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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Fobia degli aghi

venerdì 15 marzo 2013

Buonsalve! Ho scritto questo racconto prendendo spunto dalla mia fobia per gli aghi. Ne sono a dir poco terrorizzata! Faccio fatica a vederli perfino in televisione anche se per fortuna non sono ancora arrivata a questi eccessi XD

Fobia degli aghi
(racconto n.196)

Richard detestava gli aghi. Appena ne vedeva uno prima andava nel panico poi cominciava a sentire la testa girargli e tutto diventava buio.
Non ricordava molto di quei momenti di black out. A volte si ritrovava in posti diversi  o a fare cose strane,  come se fossero degli strani attacchi di sonnambulismo.
Ogni volta che doveva fare un’analisi o aveva bisogno di farsi un’iniezione era una vera e propria tortura.
Sua moglie sopportava con pazienza quella situazione ma a volte, quando lui stava male, sembrava spaventata e tirava un sospiro di sollievo nel momento in cui le dicevano che non ci sarebbero stati aghi di mezzo. Un giorno però Richard ebbe un incidente.
Stava  pulendo le grondaie guardando di tanto in tanto l’orologio per non perdere l’inizio di una partita di football. All’improvviso scivolò e cadde dalla scala su cui si trovava, sbattendo la testa. Quando si rialzò aveva metà del viso sporco di sangue.  Sua moglie ovviamente lo portò subito al pronto soccorso. Dopo averlo sottoposto ai primi controlli, il medico di turno gli disse che non era nulla di grave, ma che la ferita andava suturata e che per precauzione gli avrebbero fatto un’iniezione per evitare possibili infezioni.
Richard sentì il panico crescere dentro di sé appena vide il dottore preparare la siringa. Poi, quando si avvicinò, vide piccoli lampi di luce davanti agli occhi. Sentì il suo corpo farsi improvvisamente leggero poi ci fu il vuoto. Appena si riprese, Richard si accorse che due addetti alla sicurezza lo stavano trattenendo. Aveva delle manette ai polsi e la gente attorno a lui lo guardava terrorizzata.
Quando alzò la testa, vide il medico a terra che urlava coprendosi il volto con una mano. Aveva la siringa che voleva usare su di lui infilata in un occhio. Richard si chiese se fosse stato lui a farlo. Aveva infilato la siringa nell’occhio dell’uomo?
Non importava. A differenza delle altre quell’ago non faceva poi così tanta paura.


Pubblicato da Unknown alle 10:50  

1 commenti:

Anonimo ha detto...

UAO Anche dalla tua fobia degli aghi, che ti rende, se mai fosse possibile, ancora più simpatica, dolce e umana (pure per uno come me che è terrorizzato dallo splatter nei film horror, adesso meno, per fortuna), sai trarre ispirazione da un tema davvero universale, quello dell'irrompere dell'irrazionalità nella casa dell'Io. Lo rendi con una grazia dal piglio giornalistico, degna del miglior Kafka, per un racconto al limite, dove i confini della paura e della follia si fondono a formare un grumo nero che rende l'uomo per quello che è... una semplice macchina pronta a guastarsi con incredibile facilità. Per affermare che alla fine, l'uomo è in balia di forze che non può controllare. BRAVISSIMAAAAAAAA :D

15 marzo 2013 alle ore 14:13  

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