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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Ossessione

venerdì 8 marzo 2013


Buonsalve! Questo racconto è nato pensando a tutti quegli uomini che vedono le donne come una proprietà, un’ossessione dal quale purtroppo a volte si liberano solo in maniera estrema.

Ossessione
(racconto n.189)

Come sono arrivato a questo? Lei era tutto per me, era il motivo per cui ogni giorno riuscivo a trovare la forza di alzarmi e trascinarmi in questo schifo di mondo.
La prima volta che l’ho vista era una pessima mattinata di Ottobre. Ero stato appena licenziato e non avevo alcuna prospettiva per il futuro, ma quando la vidi, quando mi servì con un sorriso la mia bevanda, tutto il mio mondo cambiò per sempre. Era davvero la creatura più bella che io avessi mai visto. Nel suo sguardo c’era qualcosa di affascinante e sensuale che mi fece provare un brivido. Da allora andai in quel bar tutti i giorni, sperando di godere ancora di un suo sorriso e di una sua gentilezza. Pian piano divenne una sorta di dolce ossessione per me.
I miei momenti con lei erano gli unici in grado di alleviare la mia triste esistenza. Col tempo iniziai anche ad accorgermi di molti piccoli dettagli che la caratterizzavano: del fatto che fosse mancina e che spesso si mangiava le unghie, del modo in cui si metteva i capelli dietro le orecchie… Cominciai a desiderare di sapere di più su di lei, di capire com’era la sua vita al di fuori del lavoro, per questo un giorno attesi fuori dal locale la fine del suo turno.
La pedinai cercando di non farmi vedere. Volevo farle una sorpresa, suonare alla sua porta quando meno se l’aspettava e vedere il suo volto illuminarsi nel rendersi conto che ero io e che ero lì per lei. Arrivò a casa in mezz’ora, una bifamiliare davvero molto semplice e graziosa. Le si addiceva davvero.
La osservai dalla finestra, ammaliato e fu allora che vidi l’uomo con cui lei mi tradiva, un essere disgustoso e viscido che la baciava come se fosse una sua proprietà.
Sentii la rabbia montare dentro di me. Mi aveva ingannato. Lei mi aveva fatto credere di essere mia quando invece si beffava di me vivendo con quel damerino. Tornai da lei il giorno dopo stringendo in pugno il coltello che tenevo sempre sotto il cuscino. Con quello mi sentivo forte, avrei avuto il coraggio di chiederle di scegliere.
Ma lei non scelse, si mise semplicemente a urlare, guardandomi terrorizzata. Fu allora che scattò, che la mia mente si spense lasciandomi solo immagini distorte.
Poi, quando tutto riprese a muoversi, c’ero solo io e il cadavere sventrato della donna che mi aveva tradito e sedotto.


Pubblicato da Unknown alle 11:49  

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Tremendo e agghiacciante, terribilmente e desolatamente vero, come tutte le tragedie di umana follia... :D

8 marzo 2013 alle ore 14:43  

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