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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Un triste malinteso

mercoledì 3 ottobre 2012

Buonsalve amici!
Questo racconto è nato pensando a quante volte si fraintendono le intenzioni di una persona solo per paura che questa possa farci del male o per stupida gelosia. Purtroppo ci troviamo spesso a diffidare dalle persone che amiamo, ma sono convinta che se quella persona ci ama veramente, se tiene davvero a noi, allora non potrebbe mai ferirci volutamente. L'importante è parlarsi sempre con chiarezza e sincerità a ogni malinteso.


Un triste malinteso
(Racconto n.33)

Rachel era morta ormai da poco. Solo dopo due giorni di confusione e smarrimento aveva capito di essere un fantasma, uno spirito errante imprigionato tra questa vita e l'al di là e assieme alla consapevolezza era arrivata anche la certezza di non potersene ancora andare.
Era morta all'improvviso, in un assurdo incidente che l'aveva coinvolta per uno sfortunato caso. Stava camminando su un marciapiede del centro di Torino quando una macchina, per evitare una bicicletta uscita di corsa da una stradina secondaria, l'aveva travolta schiacciandola contro la vetrina di una profumeria. Un modo davvero patetico di morire.
Il suo rimpianto però non era legato alla propria morte bensì a una discussione avuta quella stessa mattina con Nicolas, l'uomo con cui conviveva ormai da due anni. Lui ultimamente era molto strano, quasi distante. Faceva sempre tardi la sera e ogni tanto si metteva a bisbigliare al telefono per poi attaccare appena lei si avvicinava. Quel giorno si era finalmente decisa a chiedergli che cosa le stesse nascondendo e quando Nicolas non volle darle una risposta chiara, lei finì con l'accusarlo di avere un'altra.
Fu una brutta discussione e lui alla fine, per riuscire a calmarla, le promise che ne avrebbero parlato quella sera stessa.
Non ne ebbero il tempo. Per questo Rachel voleva sapere, capire che cosa lui le aveva nascosto e di cosa voleva parlarle il giorno in chi era morta. Per questo non era riuscita a passare oltre.
Il fantasma di Rachel decise allora di seguirlo. L’uomo non uscì di casa  per tutto il giorno. Rimase tutto il tempo a fissare il soffitto con gli occhi gonfi e il volto emaciato di non dormiva da giorni.  Sembrava davvero disperato. Per un attimo Rachel provò una fitta di rimorso nel vederlo in quello stato. All’improvviso però lui si alzò e si recò in un piccolo café non molto distante dalla loro casa. Si sedette al tavolo di una donna bellissima, con indosso in un elegante abito color crema.
Li osservò a lungo parlare e quando vide la donna allungare la mano per prendere quella di lui non ragionò più.
Entrò nel café e con un impeto d'ira fece esplodere il bicchiere che lei stava per afferrare. Quello strano fenomeno ebbe come unico risultato quello di creare un po' di scompiglio e di far addebitare il bicchiere rotto sul conto dei due.
- Allora mi stavi dicendo? - disse la donna finito lo sconcerto iniziale.
- Volevo fargli la proposta quella sera stessa, ma... Oddio tutto questo mi sembra un incubo.
Rachel incrociò le braccia al petto. Quel verme non era triste per la sua morte. Si sentiva in colpa.
 -  Sai, avevo portato gli anelli con me per tutto il giorno in attesa di rivederla. - continuò Nicolas sul punto di scoppiare in lacrime. - Era tutto organizzato, tutto perfetto come lei meritava che fosse. Invece è morta pensando che io la tradissi… e non saprò mai quale sarebbe stata la sua risposta.
- Mi dispiace davvero tanto. - disse la donna prendendogli di nuovo la mano . - Senti ci penso io a disdire tutto, ok? Tu cerca solo di riprenderti.
Nicolas fece un cenno di assenso col capo.- Grazie. Ovviamente ti pagherò comunque ciò che ti devo per i tuoi servizi di wedding  planner e...
- Ti ho detto di non preoccuparti di niente. - lo rassicurò lei guardandolo con profonda pena. - Non mi devi assolutamente nulla.
Rachel si sentì un’idiota. Come aveva potuto anche solo pensare che lui potesse tradirla?
Doveva trovare il modo di farsi perdonare.
Con un grande sforzo di volontà riuscì a rovesciare la zuccheriera e a tracciare delle lettere sullo zucchero finito davanti a Nicolas.
Il ragazzo rimase per un attimo basito poi pianse nel vedere formarsi una semplice parola “YES”.
Rachel sorrise, sicura che lui avesse capito. Svanì in una luce abbagliante, finalmente felice, finalmente libera di passare oltre.


   

Pubblicato da Unknown alle 12:04  

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