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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Magico e pericoloso

giovedì 4 ottobre 2012

Buonsalve a tutti!
Questo racconto è dedicato a una delle mie più grandi passioni: la lettura. Chi di voi non si è mai smarrito in un bel libro desiderando di non uscirne mai più? Certo la lettura non dovrebbe mai sostituire la vita vera ( anche se dovrebbe poter andare di pari passo con essa) ma se anche voi avete provato questa emozione potete capirmi altrimenti... Beh perdersi in un buon libro è sicuramente un'avventura che vi invito a provare ;)

Magico e pericoloso
(racconto n.34)

C'è un momento la notte in cui tutti i desideri si possono avverare, un momento magico e pericoloso nel quale è molto facile smarrirsi.
Io lo so, mi sono persa molte volte, ma per quanto alla fine riuscissi sempre a ritrovarmi, non potevo fare a meno di tornare a smarrirmi in esso.
Quella notte in particolare stavo camminando per le strade di una New York cupa e degradata. Non c'era niente attorno a me salvo l'oscurità e palazzi fatiscenti sui cui muri erano scritte frasi oscene.
Camminai a lungo per quei vicoli in cerca del mio obbiettivo. Il mio cuore batteva a un ritmo frenetico e ombre scure scivolavano attorno a me, pronte a ghermirmi.
Io però non avevo paura. Ero forte del mio potere e sicura dell'arma che sentivo premere sul mio fianco, nascosta dalla giacca in pelle.
Fu in quel momento che le ombre si animarono. Due figure emersero dalle tenebre, i volti scavati e pallidi sembravano far risaltare i lunghi canini appuntiti.
Erano antichi, ma il loro potere era limitato.
Non avrei avuto problemi con loro.
Appena mi si lanciarono addosso, sfoderai la mia mannaia e scartai di lato per evitarli. Subito menai un fendente preciso e aprii uno squarcio profondo nella gola di uno dei due. Il sangue si riversò a terra come una melma nera e densa.
Mi ci volle un attimo per decapitare il secondo per poi tornare a finire il mio lavoretto, affondando la mia arma nella gola già aperta del primo fino a trapassarla da pare a parte.
Fu allora che l'avvertii: era una presenza terribile, più oscura delle tenebre stesse. Deglutii sentendo il suo potere formicolarmi sulla pelle.


Chiusi il libro di scatto, facendo un respiro profondo per scacciare la tensione.
Accidenti a me e a tutte le volte che decido di riprendere a leggere romanzi horror. Mi mettevano addosso fin troppa agitazione.
Scrollai le spalle e sbuffando poggiai il volume sul comodino. Il momento magico era passato. Come sempre ne ero riemersa.
Quella notte il mio momento di lettura mi aveva trascinata fino a New York. Mi addormentai sorridendo, pensando a dove mi avrebbe portata la prossima volta.


Pubblicato da Unknown alle 10:36  

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