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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

La bambola senza occhi

martedì 9 ottobre 2012

Buonsalve a tutti!
Questo racconto é dedicato a Isabel, una Living Dead Doll che tengo esposta in salotto e della quale mi sono innamorata a prima vista. ^,.,^

La bambola senza occhi
(racconto n.39)

Isabel era una bambola molto particolare anche se le altre preferivano definirla "strana".
Indossava un sontuoso abito nero e rosso, era molto pallida e non aveva occhi ma solo due orbite nere dalle quali scendevano delle lacrime di sangue.
L'unico modo che aveva per vedere era utilizzare una maschera di porcellana nella quale erano incastonati i suoi veri occhi.
Senza di essa il mondo era solo un insieme di ombre distorte. Quando la indossava invece, tutto diventava chiaro e luminoso. Era la sua arma e la sua protezione. Grazie ad essa poteva in qualche modo difendersi dalle angherie delle altre bambole della stanza.
Tutte infatti la denigravano dicendole che era orribile, che si trovava sugli scaffali della loro padrona solo per uno sfortunato caso e che nessuno l'avrebbe mai voluta di sua spontanea volontà.
Isabel soffriva molto per i loro insulti, ma un giorno qualcosa cambiò. I suoi occhi incastonati nella maschera all'improvviso divennero di un rosso scarlatto.
All'inizio la bambola ne fu spaventata, ma quando tornò a indossare la maschera ecco che  venne pervasa da una nuova energia.
Si sentì più forte, più viva, ma soprattutto spietata.
Sorrise, cercando con lo sguardo qualcosa attorno a sé.
Il suo sorriso si trasformò in un ghigno quando vide un paio di forbicine lasciate dalla sua padrona sulla scrivania.
Si calò dal suo scaffale e afferrò le forbici.
- Ehi, senza occhi! - disse una delle bambole più belle della stanza. - Ti conviene tornare a nasconderti se non vuoi spaventare la nostra padrona! Vattene via mostro! Vai a...
La bambola non riuscì a finire di insultarla.
Isabel ebbe un fremito nel sentire le sue grida mentre con le piccole forbici le cavava gli occhi.
Il suo ghigno si fece più ampio mentre alzava lo sguardo verso le altre bambole. Quelle oche non l'avrebbero più presa in giro. Non sarebbe più stata l'unico mostro.
Ora toccava a loro.

Pubblicato da Unknown alle 11:00  

2 commenti:

Anonimo ha detto...

:D Lo adoro, è molto bello, seguo questo blog dal'inizio, anche grazie a twitter, e per ora è il mio preferito!
Poverina Isobel, adesso nessuno la offenderà più, hihihhi

Alla prossima!

9 ottobre 2012 alle ore 13:22  
Unknown ha detto...

hihihi ho voluto concederle una piccola rivincita ;D (anche se ammetto che adesso ogni volta che la guardo mi mette un po' d'ansia)
Comunque sono contentissima che la sua storia ti sia piaciuta ^,.,^

Grazie mille e alla prossima!

9 ottobre 2012 alle ore 15:17  

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