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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Nato libero

martedì 23 ottobre 2012

Buonsalve!
Questo racconto nasce da.. da… non lo so con esattezza. Credo sia uno di quei racconti che nascono in maniera istintiva, partendo da una frase che porta poi allo sviluppo dell’intera storia.
Spero comunque che vi piaccia ^///^

Nato libero
(racconto n.53)


Non so quanto tempo passerà né cosa mi riserverà la mia strada, ma so che col tempo io riuscirò a vedere la fine di tutto questo. Sono nato schiavo, servo di un mondo in cui quelli come me non hanno diritto a una vita libera per il semplice fatto di essere nati con il sangue sbagliato. Una volta mia madre mi raccontò che noi, gli Ainion, eravamo la razza natia del nostro pianeta. Vivevamo in pace tra di noi e il nostro mondo finché un giorno non arrivarono loro, gli umani. Bellicosi, arrivarono dal cielo per conquistarci e dominarci con la forza.
A nessuno è permesso raccontare questa storia, ma mia madre aveva sempre saputo che l’unico modo per non dimenticare chi siamo è ricordare chi eravamo in origine.
Per questo forse sono cresciuto con la consapevolezza che c’era qualcosa di profondamente sbagliato nel mio essere asservito.
Loro dicevano che era quello il nostro stato naturale, ci avevano soggiogati così tanto da farci credere che fosse la verità.
Ma se era davvero così com’era possibile che la nostra razza in origine fosse nata libera?
Come potevamo essere noi le bestie, se erano loro che avevano finito col distruggere il loro stesso pianeta?
Per molti anni ho visto la mia gente brutalizzata e schiavizzata dagli umani egoisti.
Ho sofferto e visto soffrire i miei simili senza potermi opporre, senza poter fare altro che guardare e subire. Finché non ho incontrato Liam. Lontano parente della famiglia per cui lavoravo come bracciante,  giunse all’improvviso nella villa dei miei padroni che sembravano non vederlo di buon occhio. Tolleravano a malapena la sua presenza. Non lo allontanavano per paura che le altre famiglie potessero in qualche modo scoprire la sua vera natura in grado di rovinarli per sempre.  La prima volta che mi chiamò per parlare assunsi con lui l’atteggiamento servile al quale ero stato costretto per tanto tempo. Rimasi sbalordito quando si rivolse a me come a un suo pari; esterrefatto quando mi fece una proposta che non mi sarei mai aspettato. Liam voleva addestrarmi.
Aveva visto qualcosa in me, un’indipendenza che andava ben al di là di quella di qualsiasi mio simile. Per questo voleva fare di me lo strumento per aiutare la mia gente.
Scoprii solo più avanti il perché del suo desiderio, la sua vita come figlio di entrambe le razze.
Fu grazie al suo aiuto che riuscii a porre fine alla mia schiavitù, a pagare la mia libertà con il sangue dei miei padroni. Fu lui a rendermi forte e a insegnarmi come nascondermi nellombra.
Iniziai così la mia missione e la mia vera vita.
Nascosto e fuggitivo, ribelle e libero per il mio popolo schiavo e per coloro non ancora venuti al mondo.






Pubblicato da Unknown alle 11:04  

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