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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Di fede Pagana

lunedì 29 ottobre 2012

Buonsalve a tutti! Questo racconto è nato da numerose riflessioni fatte nel corso del tempo e da situazioni in cui io stessa a volte mi sono ritrovata per via del mio credo.
Ci tengo a precisare che questo racconto non rappresenta un’accusa contro alcune religione, bensì una condanna al bigottismo e all’estremismo ahimè presenti oggi in ogni religione.

Di fede Pagana 
(racconto n.59)

Si dice che in questo ventunesimo secolo la gente si stia allontanando dalla fede e che la scienza stia diventando più forte della religione.
In questi tempi così caotici credo invece che la gente abbia solo più paura e  che si approcci alla fede in maniera aggressiva e confusa.
È come se nella mentalità comune ogni singola religione abbia finito con l’acquisire significati distorti e negativi. Agli occhi del mondo il Paganesimo è diventato sinonimo di satanismo; l’Islamismo di terrorismo, il Cristianesimo di ipocrisia e intolleranza.
Che sciocca, forse avrei dovuto presentarmi, prima: mi chiamo Sheila e sono pagana. Ho abbracciato la mia fede a trent’anni anni, dopo un percorso che mi ha portato a fare scelte e cambiamenti importanti.
Ricordo che non è stato facile aprirmi all’inizio. Avevo paura di parlare del mio credo perché sapevo bene quanto diffidenti possono essere le persone. La gente ha paura di ciò che è diverso, di quello che va a minare la sua tranquilla quotidianità e per questo tende a mettersi sulla difensiva di fronte a ciò che può rappresentare una minaccia.
Molte volte mi sono sentita rivolgere occhiatacce e commenti a bocca storta, ma col tempo ho imparato a fregarmene. Poi, un giorno, una vecchia amica di mia madre diede letteralmente di matto.
Iniziò a darmi della strega, a dire che sarei bruciata all’inferno se avessi continuato a venerare il diavolo. Ma non era il diavolo che pregavo, non era lui al male che mi rivolgevo durante i miei rituali.
La mia fede era riposta nella Dea, madre ed essenza della natura stessa. No so da dove mi venne il coraggio, ma mentre lei continuava a sbraitarmi contro capii che non avrei mai più dovuto aver paura di persone così.
Quando ebbe finito il suo sermone mi limitai a incrociare le braccia sul petto. – Signora se non ricordo male, qualcuno di molto saggio una volta ha detto “ama il prossimo tuo come te stesso”. Beh, se non lo sa il rispetto è una delle forme di amore più grandi che esistano quindi abbia rispetto della mia fede così come io ne ho della sua.
Non dissi altro. Le diedi le spalle e mi avviai verso la porta.
Quando arrivai all’uscio però mi voltai e aggiunsi. – E per la cronaca: io non venero il diavolo!
Me ne andai sentendo una strana forza dentro di me.
Non avevo più paura. Non ne avrei avuta mai più.




Pubblicato da Unknown alle 10:54  

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