Buonsalve! Un racconto scritto in piena notte, distrutta dal
sonno. Non so da dove mi sia venuta l’idea,
ma…
beh diciamo che il finale ha sorpreso anche me.
Un gesto di amicizia
(racconto n.308)
- Dovresti averlo capito ormai: tu non piaci a nessuno. Le
persone che dicono di amarti in realtà
provano solo una profonda pena per te. Ti trovano patetica e inutile, un essere
che può
solo essere compatito.
Marla ascoltava le parole della sua più cara amica con sguardo
impassibile. Nella sua mente continuava a ripetersi che non era giusto che lei
la trattasse in quel modo eppure qualcosa nel suo animo non faceva che darle
ragione. Marla sapeva di essere patetica, che se non fosse stato per Valery
sarebbe sempre rimasta imprigionata nel suo misero anonimato. Quasi non
riusciva a credere che una ragazza come Val si fosse interessata a lei,
avvicinandola durante una pausa pranzo a scuola e stringendo con lei un sincero
rapporto di amicizia.
Adesso però
quelle sue parole la ferivano profondamente tanto che quasi stentava a credere
che l'amica le avesse pronunciate davvero.
La mano di Val si posò
sulla sua guancia. - Tu sai che io sono l'unica di cui puoi davvero fidarti.
Sai che io ti voglio bene davvero, con tutto il cuore.
Marla sorrise e fece un cenno di assenso col capo. Era vero...
Lei era stata la sola a sceglierla e ad accettarla per ciò che era.
Le doveva molto più
della gratitudine. Le doveva un vero segno di affetto e amicizia. Infondo non
aveva niente da perdere. Tutti gli altri la trovavano patetica,
perfino i suoi genitori la detestavano, quindi perché preoccuparsi? Poteva
fare ciò
che voleva della sua vota tanto a nessuno sarebbe mai importato.
Per questo decise di farlo, di compiere quel gesto che avrebbe
dato un senso e una fine a tutta la sua angoscia.
Dapprima delicatamente, Marla poggiò le labbra su quelle
dell'amica che ricambiò
il bacio con passione e bramosia.
Fu un attimo. Mentre ancora si stavano baciando, Valery fece
aderire il corpo al suo e la spinse in avanti. Marla avvertì ogni paura svanire
quando si si sentì
cadere nel vuoto. Era così
che doveva finire. Solo così
gli altri l'avrebbero ricordata con un minimo di affetto.
Il tempo sembrò
rallentare tanto che ebbe l'impressione che la caduta fosse interminabile. Il
calore del corpo di Valery però
le dava sicurezza. Non ci fu dolore,
solo un impatto improvviso e violento.
Quando la metropolitana passò oltre di Marla e Valery era
rimasto ben poco, ma il loro ricordo sarebbe vissuto per sempre nella memoria
di chi un tempo aveva finto di amarle.
1 commenti:
uhm potrei elucubrare che questo racconto rappresenta l'ombra proiettata dalla luce della tua coscienza, un pensiero disturbante che di solito tieni ben saldo e censurato... è venuto ben fuori, direi... quasi inequivocabile... parli spesso con la tua ombra?
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