Buonsalve!
Un racconto ispirato da una chiacchierata su una blogger realmente esistente (che, preciso, non è quella della foto).
Ovviamente non le auguro minimamente una cosa del genere. Si tratta di un
racconto scritto per sfizio quindi se siete delle blogger… beh non prendetevela,
ok?
Chissà cosa direbbe Samantha.
(racconto n.317)
Samantha era
una blogger molto famosa che scriveva consigli e novità nel campo della moda e
dell’abbigliamento. Il suo blog “Chissà cosa direbbe Samantha” riceveva ogni
giorno migliaia di visite e messaggi con domande e complimenti ai quali lei
rispondeva puntualmente.
Col tempo,
la donna divenne sempre più popolare e spesso veniva invitata a sfilate o a
inaugurazioni di negozi di abbigliamento che speravano in una recensione o
anche solo in una citazione favorevole nel suo blog.
Samantha
però era spietata e man mano che andava avanti lo divenne sempre più tanto che
erano in molti ormai ad essere stati danneggiati da una sua stroncatura e
ovviamente erano anche in molti a detestarla. Lei però non ci faceva caso. In fondo si limitava
a esprimere il proprio parere in maniera schietta e decisa, senza imporre il
proprio pensiero a nessuno.
Non faceva
nemmeno caso a tutti gli insulti e le mail minatorie che riceveva dai sui
detrattori. Un giorno però accadde qualcosa che non avrebbe mai potuto
prevedere.
Stava
aggiornando il blog quando qualcuno suonò alla porta. Visto che aspettava la
consegna di una pizza non pensò di chiedere chi fosse. Quando aprì si ritrovò
davanti a un uomo mingherlino che la fissava con sguardo allucinato. La donna
riconobbe subito uno stilista del quale aveva assistito a una sfilata
recentemente. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma lui l’aggredì portandole una
mano alla gola e colpendola con l’altra con un paio di forbici da lavoro.
- Maledetta
troia! – urlò lui. – Mi hai rovinato! Mi hai rovinato!
L’uomo
continuò a colpirla sfregiandola e allargando le ferite già aperte. Per lunghi momenti, Samantha non sentì che
dolore poi, lentamente, cominciò a non sentire più il proprio corpo. Morì guardando il suo computer con una
lacrima di rimpianto che le rigava il volto.
Poco dopo su
“Chissà cosa direbbe Samantha” apparve una foto della donna maciullata riversa
nel sangue. Sotto di essa una sola frase: “ora non potrà dire più niente.”
Il blog raddoppiò il numero di visite in
pochissime ore.
1 commenti:
semplicemente una perfetta e cruda parabola della società massificata e capitalista, improntata all'immagine e non alla sostanza... bravissima!
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