Buonsalve! Questo
è uno di quei racconti che ti saltano in mente appena apri gli occhi la mattina. Spero vi piaccia. Per quanto riguarda l'immagine... beh un piccolo omaggio a un personaggio che adoro. ^,.,^
Quando Rise
arrivò nel piccolo villaggio di Luncher nessuno badò più di tanto a lui. Era
solo un uomo come tanti, un viandante senza soldi con un sorriso da idiota e
l’entusiasmo di un ragazzino. Arrivò
all’improvviso, chiedendo un lavoro alla locanda centrale in cambio di cibo e alloggio. Lo
assunsero come tutto fare e per un po’ visse in tranquillità e nell’anonimato,
conquistandosi la simpatia di tutti gli abitanti. In particolare, Rise legò
molto con Albia, figlia del locandiere che lo ospitava. I due passavano molto
tempo assieme e col tempo tra loro si creò una complicità molto profonda. Per
quanto lui non parlasse mai di sé, lei lo considerava un caro amico al quale
confidare speranze e desideri. Dal canto suo, Rise ammirava molto l’entusiasmo
e il carattere vivace di quella ragazza che sognava di viaggiare e vivere
avventure straordinarie in giro per il mondo. La trovava meravigliosa quando il
suo sguardo si perdeva all’orizzonte e gli occhi le si illuminavano
nell’immaginare il futuro. Un giorno però quello sguardo si spense per sempre. Una
sera, Albia andò ai margini del villaggio per portare da mangiare a un’amica
impossibilitata a muoversi di casa. La ritrovarono a un lato della strada con i
vestiti strappati e il corpo sporco di sangue. Fu Rise a riportarla a casa e ad
accudirla quella notte mentre il padre, disperato, meditava vendetta nei
confronti dei porci che le avevano fatto una cosa tanto orribile.
Il giorno
dopo quei mostri si presentarono alla locanda.
Erano tre banditi che si comportavano come se fossero i padroni del
mondo. Rise e il locandiere li tennero
d’occhio fin da quando misero piede nel locale. All’inizio li lasciarono stare,
ma quando i tre iniziarono a vantarsi della ragazza che avevano “accudito” la
notte prima il padre di Albia perse la testa.
Li aggredì,
cercando di colpirli con un coltello, ma uno di loro lo sbatté contro il
bancone puntandogli una pistola alla tempia. Il bandito si ritrovò con la gola
squarciata tre secondi dopo. In un attimo, Rise lo aveva raggiunto e ucciso con
un grosso pugnale dalla lama ricurva poi era scattato verso gli altri due e li
aveva sventrati senza battere ciglio, con una maestria inumana. Gli abitanti del villaggio presenti quasi non
lo avevano visto muoversi.
Il padre di
Albia si alzò e rimase per un attimo a fissarlo, soffermandosi a lungo sul
pugnale insanguinato affilato quasi quanto lo sguardo del suo proprietario, uno sguardo spietato ancora traboccante d’ira.
L’arma aveva l’elsa di un rosso intenso che quasi si confondeva col sangue che
l’imbrattava.
- Tu sei…
Rise fece un
cenno di assenso col capo. Per un po’ aveva sperato di essersi liberato del suo
passato, della sua natura di assassino e dalla violenza che aveva da sempre
segnato la sua vita. Ora avrebbe dovuto affrontare anche quegli uomini che
aveva iniziato a considerare amici.
- Scappa. –
disse il padre di Albia senza esitazione. – Va via prima che arrivino le
guardie.
Rise guardò
sbalordito prima lui poi tutti i presenti che lo incitavano a mettersi in
salvo. La sua rabbia si dissolse e la sua espressione spietata cedette il posto
a un sorriso da ragazzino, un sorriso che gli illuminò il viso e che sprizzava
entusiasmo. – Dite ad Albia che mi dispiace e… grazie di cuore per tutto!
Se ne
andò lasciandosi alle spalle i soli mesi
di felicità avuti nella vita. Per la prima volta in vita sua, Rise l’Assassino
versò una lacrima di dolore.
1 commenti:
Bellissimo... davvero toccante :D
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