Buonsalve!
Un racconto sulla disperazione e sulla perdita della speranza davanti a un dolore
troppo grande da sopportare. Un racconto
scritto anche pensando a quanti senzatetto ci capita di vedere per strada e a
quanta indifferenza spesso riserviamo loro, incapaci di provare anche solo a
immaginare cosa possa averli portati a quella loro esistenza.
Il baratro del dolore
(racconto n.311)
Matt aveva
passato così tanto tempo in solitudine da non ricordare più cosa volesse dire
avere una casa, una famiglia o anche solo una persona gentile vicino. Per lui tutto
cambiò così in fretta che non aveva idea degli anni che aveva trascorso a
vivere così, rannicchiato sul ciglio di una strada, solo con la propria
disperazione. Ogni tanto frammenti di ricordi tornavano a tormentarlo. Nella
sua mente si rivedeva felice con la donna che aveva amato fin dai tempi del
liceo e con la quale si era sposato da pochi mesi. Ricordò i bellissimi giorni
iniziali poi il dolore e l’angoscia quando lei aveva cominciato ad ammalarsi.
La malattia
se l’era portata via in pochi mesi. Lui aveva fatto di tutto per poterle dare
le cure migliori e aiutarla a guarire, ma alla fine non aveva fatto altro che
guardarla soffrire e morire senza poter far niente. Da allora Matt si era lasciato andare. Aveva
abbandonato il lavoro, cadendo in un profondo stato di disperazione dal quale
non era riuscito a riemergere. In poco tempo perse tutto quello che aveva e si
ritrovò a vivere per strada. A lui però non importava degli sguardi pietosi o
seccati che gli lanciava la gente né dei tentativi degli altri senzatetto
di rubargli quel poco che riusciva a
trovare. Non gli interessava nemmeno che qualcuno conoscesse la sua storia. Che
tutti pensassero pure che era un fallito, un essere patetico che non era e non
sarebbe mai stato una persona rispettabile. Non avrebbero mai saputo della sua
laurea in architettura né delle bellissime ville che aveva arredato e
contribuito a costruire.
Poi arrivò il Grande Gelo, l’inverno più
freddo che si fosse mai visto nella zona da decenni.
Matt capì
che non ce l’avrebbe fatta e non gli importava. Rifiutò ogni aiuto e ogni gesto
caritatevole. Nella sua mente c’era solo il desiderio di raggiungere la donna che
amava. Il freddo si fece sempre più intenso e pungente. Iniziò col non sentire
più le gambe poi tutto il suo corpo si intorpidì e il freddo divenne l’unica
sensazione che era in grado di percepire. Le palpebre si fecero pesanti, la mente
vuota, debole. Quando si addormentò
nessuno si accorse che il suo cuore aveva smesso di battere. Nessuno avrebbe mai saputo che quel cuore era
andato in frantumi da tempo, passando attraverso una felicità perfetta fino a
sprofondare nel baratro della disperazione.
1 commenti:
Non ti dico perchè questo racconto mi abbia fatto cosi male... ma è vero e dannatamente concreto. Brava <3
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