Buonsalve!
Un racconto ispirato da quei ragazzini viziati che pensano che tutto sia dovuto
loro e che non hanno idea di cosa sia la gratitudine e il rispetto. Ahimè,
purtroppo oggi ce ne sono tanti e, ahimè, purtroppo un giorno anche loro si troveranno a doversi scontrare con il mondo vero…
Il prezzo dell'egoismo
(racconto n.313)
Christian
era un ragazzo viziato e arrogante. Cresciuto nella bambagia e abituato a
passare tutto il suo tempo tra vestiti firmati e feste in discoteca, non aveva
mai provato cosa volesse dire vivere nel mondo reale. Paradossalmente però fu
proprio un mondo irreale a insegnarglielo. Un giorno era riuscito a mettere le
mani su un videogioco non ancora entrato in distribuzione, ma quando lo provò
accadde qualcosa che non si sarebbe mai immaginato: all’inizio fu solo un
capogiro, poi si sentì cadere e alla fine vide arrivò il buio. Quando rinvenne
non era più nella sua realtà. Gli ci volle un po’ per rendersi conto di essere
finito nel mondo del videogioco, in un
misero villaggio senza la minima traccia di modernità o ricchezza. Spaesato
e confuso, iniziò ad aggirarsi tra le abitazioni in legno. Quando gli abitanti
ne uscirono, all’inizio furono diffidenti poi però lo accolsero tra loro e gli offrirono ospitalità e sostegno.
Christian
ovviamente non rifiutò l’aiuto e si stabilì nella casa di una coppia di anziani
che non aveva mai avuto figli. Lì si fece viziare e servire come se fosse il
padrone di casa, approfittando della disponibilità della coppia che arrivava a
cedergli anche gran parte del poco cibo che avevano.
All’inizio
sia la coppia che gli abitanti del villaggio sopportarono quel suo modo di
fare, attribuendo il suo egoismo allo smarrimento e alla confusione, ma col
tempo la loro pazienza diminuì notevolmente. Dopo diversi mesi ormai lo
sopportavano a malapena. Se non lo cacciavano era solo per non disobbedire alla
loro ferrea legge morale. Ovviamente di questo Christian non si rese
minimamente conto. Era troppo impegnato a pensare a se stesso per accorgersi di
aver oltrepassato il limite. Un giorno però dei soldati a cavallo arrivarono al
villaggio e il panico si diffuse. A un loro
comando, tutti gli abitanti si radunarono. Christian guardò esterrefatto i
cavalieri, chiedendosi chi fossero e cosa potessero volere. Poi capì: quegli
uomini erano in cerca di schiavi da offrire al signore di quelle terre. Ne avrebbero prelevato uno da ogni villaggio
e sarebbero stati gli abitanti stessi a decidere chi.
All’inizio
ci fu solo un silenzio carico di disagio, poi la donna che lo aveva ospitato si
fece avanti. – Offro lui! – urlò indicandolo. – A questo parassita farà bene un
po’ di lavoro!
Il ragazzo
ci mise un po’ a interpretare le sue parole. Lui? Perché? Che cosa aveva fatto?
La
confusione si tramutò in panico quando tra la folla iniziarono a levarsi grida
e commenti di approvazione. In un attimo delle mani lo afferrarono e
spintonarono, trascinandolo ai piedi di uno dei soldati.
- Questo è perfetto.
– Sghignazzò l’uomo. – Sembra davvero in forma.
Gli misero
subito i ceppi e lo trascinarono via costringendolo a correre dietro ai loro
cavalli. Christian non tornò più nel suo mondo. Da quel momento per lui iniziò
un incubo, un lungo periodo di schiavitù causato dal suo stesso egoismo del
quale divenne presto consapevole, consapevolezza che, forse, in qualche modo
gli avrebbe insegnato a vivere.
1 commenti:
Uh bello e cattivo :D complimenti :D
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