BUonsalve! Un
racconto su come spesso la realtà si riveli essere molto più dura delle nostre
aspettative. Se c’è una cosa che ho imparato è che c’è sempre qualcuno più
bravo di noi, per questo non dobbiamo mai smettere di imparare.
Saia non
aveva mai lasciato il suo paese natio, ma sapeva che quella che l’attendeva era
di certo la più grande avventura che avrebbe mai potuto desiderare. Partire per
l’ignoto e sviluppare sul campo la propria tecnica… Ogni giorno passato ad
addestrarsi con la spada era trascorso solo e unicamente in attesa di quel momento.
Saia sapeva che non sarebbe stato facile. Infondo in un mondo di guerrieri e
spadaccini formidabili, per una donna non sarebbe stato facile riuscire a farsi
valere. Lei però era sicura e decisa come non mai. Era consapevole delle proprie capacità e le
avrebbe sfruttate al massimo.
Era in
viaggio ormai da alcuni giorni quando nel cuore della foresta vide un gruppo di
banditi sghignazzare spintonando un povero vecchio come se fosse un sacco di
patate.
Senza
esitare estrasse la spada e si avvicinò minacciosa. – Toglietegli subito le
mani di dosso. – ringhiò.
Gli uomini
si voltarono verso di lei, squadrandola dalla testa ai piedi.
- Ma tu
guarda che bel bocconcino. – disse uno di loro. – Ragazzi è arrivato altro
divertimento!
Quando i
banditi la circondarono, Saia ebbe per un attimo un’esitazione. Non si era mai
battuta in un vero combattimento tantomeno con così tanti avversari. Scosse il
capo e si fece coraggio, preparandosi alla lotta. Loro le si avventarono
addosso, sfoderando le armi. Per un po’ Saia riuscì a farsi valere,
dimostrandosi abile e veloce, ma all’improvviso il loro numero ebbe la meglio. Dopo averne messi fuori combattimento tre, si
ritrovò a terra, disarmata. Saia sentì le lacrime salirle agli occhi. Era stata
sconfitta, battuta come una stupida dilettante. Mentre già temeva il peggio,
una lama trapassò uno degli uomini di fronte a lei. Sbalordita, li vide
accasciarsi uno ad uno, sprizzando sangue sul terreno. Quando tutto finì, un uomo si avvicinò. –
Tutto bene, ragazzina?
Saia guardò
ammirata il guerriero che aveva di fronte. Massiccio e con il volto e il torace
segnato da numerose ferite, sembrava l’incarnazione stessa della forza. Senza esitare, la ragazza si mise in
ginocchio e arrivò a toccare il terreno con la fronte. – Ti prego insegnami a
combattere. – disse d’un fiato.
L’uomo
sembrò sorpreso da quella richiesta, ma riprese subito la propria compostezza. –
Perché? – disse solo.
- Credevo di
essere forte. – si ritrovò a piangere lei. – Pensavo di essere forte, ma appena
mi sono scontrata col mondo reale ho capito che in realtà sono solo una
novellina e questo non posso accettarlo. – i suoi occhi carichi di
determinazione si posarono sul guerriero. – Io voglio essere forte. Con tutta
me stessa.
L’uomo
rimase in silenzio per un attimo poi le porse la mano. – Se vuoi che io ti
addestri devi rispettare tre regole. La prima è non piangere. MAI.
Lei fece un
cenno di assenso col capo, si asciugò le lacrime e lasciò che lui l’aiutasse ad
alzarsi.
- La seconda
– continuò l’uomo. – è che dovrai obbedirmi sempre e comunque.
Lei fece di
nuovo un cenno di assenso. – La terza?
Lui inchiodò
i suoi occhi di ghiaccio su quelli della ragazza. – Dovrai smetterla di giocare
e iniziare a combattere per uccidere.
Saia sentì
un brivido, ma fece anche questa volta accettò le regole. Il mondo reale era
diverso da come l’aveva immaginato, ma adesso che vi era immersa non si sarebbe
tirata indietro. Lo avrebbe affrontato e lo avrebbe fatto a qualsiasi costo.
1 commenti:
Ganzo, bel raccontino, ma ci farai vedere l'addestramento di Saia e la sua maturazione a guerriera consapevole e matura? O la farai diventare una terribile mercenaria? Un bacio <3 <3 <3 <3
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