Buonsalve!
Questo racconto è stato ispirato dalla tragica morte di Andrea Antonelli ed è
dedicata non solo a lui, ma a tutti i piloti morti in pista e a quelli che coltivano la loro
passione nonostante i rischi e le sofferenze.
Morire vivendo
(racconto n. 326)
La prima
volta che le ho viste correre ho capito che il rombo dei loro motori mi sarebbe
rimasto dentro per sempre. Ero ancora un bambino eppure sentivo di aver già
trovato la mia strada, di aver trovato il grande amore della mia vita. Ho
iniziato con le minimoto per poi passare alle gare minori fino a conquistare il
sogno che pensavo irraggiungibile: correre con i grandi, gareggiare con quei
professionisti che avevo sempre ammirato e rispettato. Ero diventato un
campione tra i campioni e questo mi riempiva di un orgoglio smisurato. Poi ci
fu l’incidente.
L’adrenalina
della corsa, la pioggia scrosciante, una sbandata e poi il nulla. Non ho avuto
nemmeno il tempo di sentire il dolore. È accaduto tutto in un attimo che agli
occhi di molti sarà sembrato eterno.
Prima di
scorgere la mia luce, ho osservato a lungo i volti di chi ha assistito alla mia
morte. Ho visto il dolore e la sofferenza dei miei cari e del mio team, ho
scorto le lacrime del pubblico, degli altri piloti e quelle di tutti gli
addetti del circuito.
Poi sono
arrivate le polemiche e la rabbia nei confronti di ciò che ho sempre amato. Le
discussioni sono diventate più forti del cordoglio. In nome di tutto ciò che ho
amato e della vita che ho vissuto e che si è spenta troppo presto vi domando
una sola, ultima cosa: basta.
Non usate la
mia morte per accusare e criticare la mia passione, non usatela come scusa per attaccare
e condannare. Sicurezza, controllo… pensate a questo per tutti i piloti che
ancora gareggiano, non per combattere una guerra a mio nome. Ciò che desidero è
essere ricordato per ciò che ero e per ciò che ho fatto, per la mia passione e
la mia bravura.
Non pensate
a me come il pilota morto in pista. Ricordatemi come il ragazzo che ha lottato
e si è impegnato per realizzare un sogno, come il bambino che giocava con i
modellini delle moto e che è cresciuto con la passione per le corse nel cuore.
Ricordatemi
come ciò che ero davvero e ricordate che ho vissuto per ciò che amavo e che,
per quanto troppo presto, sono morto
vivendo.
1 commenti:
Bravissima, un sincero e sentito omaggio che mette alla berlina le sterili polemiche, in opposizioni a un impegno serio e a un giusto cordoglio... davvero brava e coraggiosa! Antonelli sarà sempre con noi!
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