Buonsalve amici!
Finalmente al Lupo si sta tornando alla normalità e ho anche un po' più di calma per scrivere.
Questo racconto è nato dall'ispirazione di un momento. Ieri sera mi è venuta in mente la prima frase e da lì ho costruito tutta la storia di Jenna e Nicole.
Spero vi piaccia ^,.,^
Rivale allo specchio
(racconto n.11)
A volte la
vita è ingiusta, Jenna questo lo sapeva bene, ma non riusciva a credere che lo
fosse a tal punto. Lei aveva sempre
cercato di comportarsi correttamente, di andar bene tanto nella scuola quanto
nello sport e di non creare problemi eppure sua sorella non faceva che
perseguitarla, facendola sentire inadeguata anche solo con uno sguardo.
Sebbene
fossero gemelle, Nicole era quella perfetta, quella che non aveva bisogno di
impegnarsi per riuscire cosa che la faceva sentire in diritto di criticare Jenna
in tutto.
Anche adesso
che si stava spazzolando i capelli rossi, Nicky la guardava con biasimo.
- Smettila
di fissarmi. – si lamentò Jenna. – Mi dai fastidio.
Lei però
continuò a guardarla con quel suo sorrisetto irritante che sembrava dirle: “Ma
guarda quanto sei patetica. Avremo anche lo stesso viso, ma non sarai mai alla mia altezza.
- Ti ho
detto di smetterla! – urlò la ragazza lanciando la spazzola contro lo specchio
che andò in frantumi.
- Non
dovresti fare così. – disse una donna dai lunghi capelli scuri avvicinandosi.
- Mia
sorella non vuole lasciarmi in pace! – frignò Jenna. – Mi guarda e mi critica
sempre! Dille di smetterla, ti prego!
La donna
sospirò. – Lo sai che non è vero.
- Si invece!
– insistette la ragazza iniziando a tremare. –Lei mi giudica. Sempre e
comunque. Mi prende in giro dicendomi che
non sarò mai brava quanto lei.
- Sta
tranquilla. – la rassicurò la donna, accarezzandole i capelli e porgendole un
bicchierino bianco. – Nessuno ti giudica, te lo assicuro.
Jenna svuotò
il bicchierino in un attimo. – Allora puoi dire a Nicole di smetterla di
guardarmi? – supplicò mentre uno strano torpore s’impadroniva di lei.
- Tu sei
Nicole non Jenna. – disse la donna, paziente.
La ragazza
corrugò la fronte. Per un attimo rivide il corpo di sua sorella riverso nella
vasca piena di sangue, i polsi tagliati in profondità da un rasoio. – Oh… è
vero. Ma se io sono Nicole allora devo essere morta.
L’infermiera
la guardò sempre più sconsolata. – Tesoro, è Jenna ad essere morta. Si è uccisa,
ricordi?
Ormai però,
Nicole non la sentiva più.
In preda a
uno dei suoi soliti attacchi, si era messa a fissare il vuoto con un largo
sorriso. – Sono morta. Sono morta. Sono morta. Sono…
- Vieni ti
riporto nella tua stanza. – si rassegnò la donna.
E mentre
l’infermiera la riaccompagnava nella sua camere, la mente di Nicole continuava
a perdersi sempre più nei ricordi del
ritrovamento di Jenna, felice nella sua consapevolezza di essere morta.
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