Buonsalve a tutti!
Nel racconto di oggi ho deciso di dedicarmi alle fate. Ho tratto ispirazione da un puzzle che ho appeso in camera e che ritrae una bellissima fata gotica (la vedete alla fine del racconto) realizzata dall'artista Anne Stokes. Mi raccomando non aspettatevi fatine piccole e delicate alla Campanellino, potreste restare delusi. ;)
Fata predatrice
(racconto n.26)
Tutti
pensano che le fate siano creature aggraziate e delicate, amanti dei fiori e della
vita. Alcune se alcune di loro corrispondo a questo stereotipo, non tutte sono
così buone e gentili come si
pensa. Per questo si sono potute mescolare agli umani senza molti problemi.
Sheina
apparteneva alla categoria delle fate predatrici. Viveva da circa un centinaio
di anni tra i mortali e aveva già cambiato un paio di identità, migrando da una città all'altra per nascondere il
fatto che il suo corpo non poteva invecchiare. Almeno finché continuava a nutrirsi.
All'inizio
del XXIº secolo si era trasferita a
New York, una città perfetta per una fata come
lei. Una volta al mese, si vestiva con succinti abiti in pelle e attraversava
le strade della città come se ne fosse la regina.
Quando
una preda le si avvicinava, apparentemente di sua iniziativa, non c'era nessuno
che potesse impedirle di nutrirsi della sua energia fino a prosciugarla del
tutto. Cacciare le piaceva da impazzire, era il brivido che continuava a
rendere eccitante la sua eternità. Non sempre però le capitava di uccidere le sue prede. Una sera ad esempio,
le si avvicinò un ragazzo dall'aria timida e
impacciata. Era un mingherlino che probabilmente non aveva mai avuto un
rapporto con una donna.
Sheina
provò subito tenerezza per il suo modo
maldestro di rimorchiarla. Fu per quello che volle fargli un regalo. Senza che
quasi se ne rendesse conto, il ragazzo si era ritrovato in una stanza di
albergo con quella che hai suoi occhi era la donna più bella che avesse mai visto. La fata si spogliò mostrando il suo corpo nudo e perfetto, facendolo letteralmente
sussultare per l'eccitazione. Un attimo e gli fu sopra, muovendosi con gesti
lenti e sensuali, premendo spesso e con forza la bocca contro la sua.
Allo
stesso tempo, così come aveva sempre fatto,
iniziò a nutrirsi della sua energia.
Lo lasciò solo quando il ragazzo,
raggiunto l'orgasmo, non si accasciò semisvenuto sotto di lei. Sheina
se ne andò poco dopo, non completamente
sazia, ma soddisfatta. Certo il giovane non avrebbe rammentato il suo volto, ma
di certo avrebbe sempre ricordato il piacere che lei gli aveva dato.
Del
resto, lei era pur sempre una fata e a volte, si sa, le fate possono anche
esaudire i desideri.
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