Buonsalve amici!
Vi è mai capitato di fare un guaio, un grosso guaio, a causa di una vostra ingenuità?
A me sì, purtroppo. Certe volte tendo ad essere davvero sbadata e a combinare pasticci che a volte faccio davvero fatica a riparare. Fortunatamente sono sempre state cose su cui ho potuto poi riderci su (tipo inondare il tavolo di late per cercare di pulire alcune cocce cadute sulla tovaglietta della colazione). Può succedere però che l'ingenuità porti anche a far del male a qualcuno e allora diventa un po' più difficile scherzarci sopra.
Per questo mi è venuta in mente la storia di Lilin, fatina un po' TROPPO ingenua, forse davvero pazza come dicono le altre fate dei boschi.
Le amiche a volte si rompono
(racconto n.4)
Mi chiamo Lilin e sono una fatina
dei boschi. Non vi dirò in quale foresta
vivo (sono timida e ci tengo alla mia privacy), ma voglio rivelarvi la mia più
grande passione: fare amicizia e giocare con gli esseri umani. Peccato che loro
si rompano subito e se ne vadano, costringendomi a cercare nuove amicizie.
Le altre fatine dicono che sono
pazza, ma che c’è di male a voler socializzare?
Anche questa mattina ho fatto
amicizia con un essere umano. Era una ragazza molto simpatica che, dopo il
primo momento di diffidenza, si è rivelata essere molto socievole.
Prima ci siamo fatte una
passeggiata nei boschi.
La mia amica sembrava un po’
intimorita e volevo che si sentisse a suo agio. Mi sono limitata a svolazzarle
attorno mentre lei, meravigliata, osservava la foresta e gli animali che ci
venivano incontro.
Quando la vidi più serena la
presi per la maglia e la sollevai da terra.
Noi fate saremo pure piccole, ma
riusciamo a trasportare un essere umano con estrema facilità. Appena la
sollevai, la mia nuova amica iniziò a strillare.
Strillava così forte che non
riuscivo a capire se fossero urla di entusiasmo o di paura. Quando fui
abbastanza in alto e lei si fu calmata (aveva smesso di urlare sebbene
continuasse a ripetermi di farla scendere) decisi di dare inizio al mio gioco
preferito. Io lo chiamavo “La Discesa.”
Lasciai andare l’umana gettandomi
a mia volta in picchiata.
Lo scopo del gioco ovviamente era
arrivare per primi a terra. Purtroppo non avevo ancora mai vinto e nemmeno
quella volta ci riuscii. Quando raggiunsi la mia amica, lei se ne stava a
terra, ricoperta di uno strano liquido appiccicoso. Rimasi per un attimo a
guardala sentendo le lacrime salirmi agli occhi.
Non era giusto! Anche lei si era
rotta come tutti gli altri.
Le diedi due colpettini col
piede, ma quando capii che non si sarebbe mossa mi allontanarmi sconsolata.
Peccato. Avrei dovuto trovarmi un’altra
amica.
Non è che qualcuno di voi ha
voglia di giocare con me?
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