Buonsalve!
Ecco qui il primo post di questo piccolo, folle blog che rappresenta un po' una scommessa e un esperimento per me. L'obbiettivo, infatti, è quello di riuscire a scrivere 365 racconti di circa 1800 battute, in altrettanti giorni di tempo.
Si, ok sono un po' fuori di testa, ma che ci posso fare? Adoro le sfide e questa è senza dubbio una che vale la pena di affrontare. ^,.,^
L'idea mi è venuta ieri sera, mentre guardavo un film con Amy Adams e Meryl Streep,
Julie &Julia, dove viene raccontata la vera storia della famosa chef Julia Child e quella di Julie Powell che nel 2002 ha messo mano a un blog nel quale registrava il suo tentativo di realizzare tutte le ricette del libro della celebre chef.
Ed è proprio a lei, a Julie Powell, che voglio dedicare il primo racconto di questa mia folle impressa. Una sorte di piccolo ringraziamento per avermi ispirata.
La pentola di Julie
(racconto n. 1)
Non sempre i
sogni si avverano eppure vale sempre la pena impegnarsi per essi. Quando poi il
tuo desiderio è aiutare qualcuno a realizzare il proprio, come non dare tutto
per riuscire a raggiungerlo? Erano questi i pensieri di una piccola padella che
negli ultimi mesi aveva visto la propria padrona impegnarsi e soffrire nel
tentativo di realizzare ricette sempre nuove e complesse. La pentola aveva
sempre apprezzato il modo gentile in cui la donna la metteva sul fuoco. In pochi secondi la fiamma la pervadeva di un
calore rassicurante, facendo sciogliere le immani quantità di burro adagiate
sulla sua superficie e allo stesso tempo facendola sentire viva e importante.
Per questo era
felice di poterle essere utile e di poterla ascoltare mentre parlava della sua
passione a quella che sembrava essere una presenza invisibile accanto a lei.
Aveva sempre
cercato di dare il massimo sebbene non sempre le cose andavano bene. A volte
infatti la pentola si distraeva, arrivando a bruciare il cibo o a farlo
attaccare su di sé. In quei momenti l’amarezza e la frustrazione diventavano
insopportabili. Nonostante questo però
non si era arresa.
Aveva
continuato a cuocere ogni singola pietanza come meglio poteva, condividendo non
solo la tristezza, ma anche le gioie e le soddisfazioni della propria padrona.
Avevano cucinato insieme così tanto che alla fine la povera pentola non era
quasi più in grado di sentire il calore del fuoco.
Si era
consumata e presto non avrebbe più potuto aiutare la sua amica. Doveva fare
solo un ultimo sforzo, resistere sebbene cucinare gli costasse ormai una fatica
immane.
Fu così che
diede il suo contributo nella preparazione dell’ultima delle 536 ricette che la
sua padrona si era prefissata di cucinare in un anno.
La sua essenza
si spense assieme ai fornelli accesi per quell'ultima portata, felice di essere
riuscita a realizzare il suo desiderio. Perché Julie non aveva solo cucinato
con lei. Attraverso la sua passione, lei le aveva dato un’anima.
Julie Powell con le sue pentole
1 commenti:
Ben vengano certe ispirazioni, soprattutto quando incontrano una passione simile, in cui sposarsi e perdersi in essa.
E' sempre più raro trovarla. Sempre di più mancano emozioni e passionalità nella vita quotidiana, ormai persa nella società consumistica, tardo capitalista e tecnologizzata.
Per fortuna che ancora è chiaro quanto la passione e l'amore possano muovere il mondo, molto più che il denaro e la prepotenza. Ancora di più, qui, dimostri come si può infondere l'anima in ciò che si fa, quanto la vita possa fluire per mezzo delle parole scritte e non solo... quante volte parliamo con la nostra penna o il quaderno? Quante volte scarabocchiando, parliamo con il foglio? L'amore muove tutto e tutto anima, quando doniamo amore, come stai facendo tu, rendi il mondo un posto vivo, gioioso e migliore :D
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