Buonsalve!
Questo racconto è dedicato a tutti i personaggi letterali che restano impressi
nella mente e nel cuore di chi li scrive e, si spera, di chi li legge. ^,.,^
Un personaggio insistente
(racconto n.78)
Lo vidi per
la prima volta mentre stavo rientrando a casa dal lavoro. Se ne stava ai piedi
di un grosso albero e mi osservava sorridendo. Aveva sul volto quello sguardo
di chi nascondeva un grande segreto dentro di sé, una storia che valeva la pena
la di essere raccontata.
Sfacciato,
mi rivolse un cenno di saluto col capo. Io mi fermai e rimasi a fissarlo come
una stupida mentre i passanti mi lanciavano occhiate a metà tra il divertito e
il perplesso. Ripresi a camminare cercando di non pensare a lui, a quel suo
sorriso sicuro e perfetto che non riuscivo a togliermi dalla mente.
Mi strinsi
nel cappotto, provando una stranissima sensazione, un brivido che mi attraversava
il corpo assieme a una forte euforia.
Alzai la
testa e lo vidi di nuovo, dalla parte opposta della strada. Continuava a guardarmi
con un’insistenza quasi fastidiosa.
Quando
arrivai a casa mi era già entrato nell’anima. Pensai a lui per tutta la notte,
domandandomi chi fosse, quale potesse essere la sua vita e la sua storia. Il
giorno dopo, quando uscii e mi misi le cuffiette dell’IPod, lui era di nuovo
lì.
Se ne stava
immobile, con le braccia incrociate sul petto e quel suo sorriso sornione e
ammiccante.
Non capivo
come fosse possibile, ma avevo l’impressione di poter scorgere maggiori
dettagli della sua persona.
Il suo modo
di vestire, di muoversi mentre mi seguiva, il movimento dei suoi capelli al
vento… ero in grado vedere ogni dettaglio e ogni minimo movimento del suo
corpo.
Mi avviai al
lavoro cercando di non badare a lui, ma la mia finta indifferenza non lo
infastidì.
Continuò a
seguirmi per tutto il giorno, distraendomi con la sua presenza mentre sbrigavo
delle pratiche o rispondevo a noiose mail di lavoro.
Arrivai alla
sera che ero stanca ed esasperata. Dovevo fare assolutamente qualcosa.
Fu così che,
dopo un pasto veloce, mi sdraiai sul letto poggiandomi il computer sulle
ginocchia. Iniziai a scrivere, dapprima con incertezza poi sempre più sicura di
me.
Al mio
fianco lui mi raccontava la sua storia, sussurrandomi avventure che mi fecero
vibrare. Quando fui troppo stanca per continuare a scrivere gli sorrisi e, spento
il computer, mi addormentai mentre lui svaniva pian piano per tornare a vivere
nei miei sogni.
0 commenti:
Posta un commento